Oggi è il 22 febbraio…
E come abbiamo ricordato scherzandoci un po’ su è data palindroma…
Insomma, se la si legge al contrario non cambia…
Ma è anche una data per me molto importante…
Il 22 febbraio di 4 anni fa venivo ascoltato in qualità di teste della procura sull’evento tragico del 9 ottobre del 2014, serata nella quale esondò il Bisagno e morì una persona…
Non fu la mia prima volta in tribunale…
Conobbi la pressione e lo stress di un lunghissimo interrogatorio anche qualche anno prima, in qualità di teste di parte, chiamato da papà Marco che perse sua figlia durante l’ancora più tragica alluvione del 4 novembre 2011…
Nel 2011, imputata di quei tragici eventi fu l’allora sindaca Vincenzi e tutta la banda che gestì nel peggior modo possibile un’alluvione praticamente annunciata…
Eravamo in allerta massima e ne venivamo dalle 13 vittime piante appena 10 giorni prima tra val di Vara e 5 Terre…
Nel 2014 le cose andarono in maniera un po’ diversa…
Il forte temporale del giorno prima, la previsione drammatica per il giorno successivo e persino gli allagamenti della mattina stessa con oltre 150 millimetri di pioggia già scaricati sul capoluogo genovese non fecero accendere nessun semaforo in regione…
Nessuna allerta fu diramata…
Solo la volontà, la tenacia e la competenza di un amico, dipendente del comune di Genova, riuscì, nonostante la protezione civile regionale capitanata da una certa Minervini che, dalle sue stesse dichiarazioni e dalle sue stesse ammissioni in fase di interrogatorio, non aveva la benchè minima competenza in materia di protezione civile, meteorologia e rischio idrogeologico, a far aprire il COC in comune al fine di fare sorveglianza meteorologica il giorno 9 ottobre…
Purtroppo servì a nulla…
Alle 18, o giù di lì, arrivò il bollettino rassicurante di Arpal…
Il COC venne chiuso, il numero verde di protezione civile comunale (e non regionale) fu definitivamente spento, Doria (sindaco di Genova) andò a teatro, la Paita (assessora alla protezione civile regionale) era a Villanova d’Albenga…
Io, alle 19, ero a Borgo Incrociati…
A parlare di alluvioni e di sorveglianza meteorologica e idrogeologica dentro un ristorante sotto il livello stradale…
Me lo ricordo come fosse ieri…
Eravamo preoccupati e dentro il cellulare non prendeva…
Uscivamo ogni 10 minuti per controllare gli acquazzoni che si facevano sempre più forti e sempre più frequenti…
Si guardava il radar con profonda preoccupazione…
Poi, intorno alle 20.30 la decisione di venir via…
E la preoccupazione negli occhi di quelle ragazze che gestivano quel ristorante che avevano appena finito di raccontarci quanto fosse stato duro e difficile rialzarsi dopo l’alluvione del 2011…
Arrivo a casa…
Con grande difficoltà…
La tempesta d’acqua, quella definitiva, quella che avrebbe ucciso un innocente arrivò prima di me…
Mi rintano dentro le mura sicure di casa mia, osservo il radar e cerco di mettermi in contatto con il numero verde di protezione civile del comune di Genova…
Niente…
Come detto prima, il COC fu chiuso anticipatamente…
E con lui il numero verde…
Si monitorava le centraline, i pluviometri…
Fu un’escalation disarmante…
Impotente…
Non si poteva fare altro che osservare i numeri di quei millimetri di pioggia che salivano ad ogni minuto…
Alle 21 o giù di lì esondano lo Scrivia e il rio Carpi a Montoggio…
Dopo che al mattino era esondato l’Entella alla foce…
I minuti passano e il radar è impietoso…
Temporale autorigenerante incastonato in val Bisagno…
Il primo sms arriva dopo oltre due ore…
Erano le 23 abbondantemente passate…
Ma il Bisagno è già esondato…
E l’allerta arriva il giorno dopo…
Il resto è storia…
Si mette in moto la macchina giudiziaria…
Vengo chiamato più volte…
L’ultima il 22 febbraio di 4 anni fa…
Paita assolta…
Persino la Minervini…
Esattamente un anno fa, il 22 febbraio del 2021…
La notizia passò sotto silenzio…
La pandemia ha divorato e fagocitato qualsiasi altra notizia…
Una ferita che mi porterò dentro per sempre…
Anche se le sentenze si rispettano, non v’è alcun obbligo nel condividerle…
E proprio 4 anni fa, quando questa pagina non esisteva ancora scrivevo queste righe, proprio il giorno in cui scattai questa foto poco prima di entrare nell’aula di quel tribunale che riuscì ad assolvere tutti…
22 febbraio 2018
Dopo un’ora e mezza di interrogatorio del pubblico ministero l’unica cosa che è stata in grado di chiedermi l’avvocato della Minervini (all’epoca dei fatti funzionario della protezione civile regionale) se confermavo l’intervista rilasciata a Repubblica l’11 ottobre del 2014 che riporto qui di seguito.
Il giudice non voleva neppure che rispondessi, ma ho dato soddisfazione lo stesso all’esimio avvocato…
Come è andata?
25 secondi dopo aver abbandonato l’aula mi è arrivato un SMS di un avvocato che sta combattendo la stessa battaglia.
C’era scritto “Grande Gianfranco, mi dicono che ti sei battuto come un leone!”
Culturalmente parlando, invece, siamo ancora tanto indietro, tantissimo!
Ecco l’articolo che mi ha sventolato in faccia la protezione civile…
Flop meteo, Protezione civile sotto accusa
GENOVA .
«Il modello previsionale non ha funzionato. È la prima volta in dieci anni. Qualche volta i previsori, nel dubbio, hanno proclamato delle allerte a cui non sono corrisposti i fatti, ma hanno sempre annunciato correttamente i fenomeni, compresi i più gravi». Così il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, ha preso le difese dell’Agenzia per l’ambiente (Arpal), accusata per la mancata previsione dell’alluvione di Genova. Dichiarazioni assolutorie, che hanno provocato reazioni pesantissime.
In prima fila l’Associazione ligure di Meteorologia, da anni impegnata sul fronte della divulgazione e che ha molto spesso anticipato le analisi degli organi ufficiali. «È falso dire che l’evento fosse inatteso e imprevedibile », accusa il suo presidente, Gianfranco Saffioti, il quale chiede la rimozione della responsabile del Centro meteo idrologico della Protezione civile, Elisabetta Trovatore, per aver sostenuto che «i modelli matematici non hanno evidenziato alcuna situazione di allerta ». Al contrario, secondo Saffioti, «l’evento meteo è cominciato giovedì mattina col temporale auto-rigenerante che i radar hanno mostrato per ore sul Golfo di Genova e con le precipitazioni crescenti, evidenziate dalle reti di rilevamento. L’Arpal ha apparecchiature ben più tecnologicamente avanzate di quelle di noi appassionati. Quanto stava per accadere noi l’abbiamo previsto; che il Bisagno stesse per straripare era chiarissimo, ma ancora 40 minuti prima della rottura degli argini il numero verde della Protezione civile risultava inattivo». Di più: il primo sms dello stesso organo è arrivato sui cellulari di molti genovesi soltanto alle 23.19: “Prestare massima attenzione in area Val Bisagno. Forti precipitazioni e possibili esondazioni”. Ma il torrente era già straripato da tre minuti, provocando la morte di un uomo. Lucio Ubertini, esperto di rischi idro-geologici del Cnr, spalleggia la tesi dell’Arpal: «Non si può parlare di mancata allerta meteo, sono eventi che non si possono preannunciare». Ma è smentito dai fatti. Nel primo pomeriggio di mercoledì scorso il dispaccio della Società Meteorologica Italiana di Luca Mercalli chiaramente evidenziava la prevedibilità di quanto accaduto: “Sulla Liguria, in particolare tra Genova e Sestri Levante, si avranno per diversi giorni e a ondate rovesci e temporali di notevole intensità, con apporti di pioggia copiosa. La persistenza di questa situazione, determina un elevato rischio di allagamenti, dissesti e situazioni alluvionali, e potrebbe prolungarsi, con alcune pause, fino a domenica lunedì”. Una prospettiva, quella riguardante l’inizio della prossima settimana, su cui concorda l’Associazione ligure di Meteorologia, che nel bollettino emesso ieri sera a firma Paolo Bonino, annuncia da domani pomeriggio “temporali anche forti sul Centro-Ponente della Liguria in moto, lunedì, verso il Levante”. Prognosi su cui, per ora, Arpal tace, limitandosi alle previsioni che hanno portato all’Allerta2 valida sino alle ore 12 di oggi.
Conclude amaramente Gianfranco Saffioti: «La meteorologia è una professione di strada, non un settore in cui ci si può permettere di sentirsi una casta. Perché gli errori sono pagati dalla gente».
Dopo qualche giorno, o forse il giorno dopo, non ricordo, mi arrivò la telefonata di una di quelle ragazze che gestiva quel ristorante…
“Grazie, grazie perché la tua presenza e la tua preoccupazione quella sera ci ha fatto capire il rischio che stavamo correndo. E qualche minuto prima che il Bisagno esondasse abbiamo mandato via i 15 clienti che stavano finendo di mangiare e siamo fuggiti via. L’acqua ha riempito i nostri locali sino al soffitto.”
Qualche mese dopo, alcuni ufficiali di polizia giudiziaria condiviserò con me un pensiero comune…
“Fosse esondato qualche ora prima sarebbe stata una mattanza…”
Ecco, per me, oggi, al di là dell’imperitura voglia di scherzare, alleggerire e raccontare Madre Natura come piace a me, il 22 febbraio è un giorno di profonda tristezza…