Quanto sia importante la comunicazione e l’effetto che ne deriva sulla popolazione e sulla percezione degli eventi lo si capisce perfettamente dal titolo e dall’articolo di questa mattina di Telenord…
“Lo scolmatore del Fereggiano scaccia via l’incubo di un’esondazione” creando, di fatto, la percezione di una presunta sicurezza e l’inesatta sensazione di un rischio zero tutto da provare e verificare…
Nella speranza, tra l’altro, non debba mai capitare…
Centottanta millimetri di pioggia, quelli caduti a Quezzi l’altro giorno sono tanti, è vero, ma distribuiti in quasi 24 ore e soprattutto, così come accaduto per la valle del Bisagno, quasi tutti concentrati nella parte medio bassa del bacino…
Sono mancati i picchi di pioggia a monte, dove solitamente si registrano cumulate ben superiori rispetto alla costa, ed è mancata l’intensità da alluvione, quella che tutti ricordano nel 2011 e nel 2014 qui a Genova…
Nonostante tutto, la risposta del Fereggiano e del Bisagno non si è certo fatta attendere.
Feritor sino alla soglia di piena ordinaria con “solo” un centinaio abbondanti di millimetri nella parte più bassa della valle, accompagnati da cumulate addirittura più modeste nella parte superiore…
Il 4 novembre del 2011, la stazione meteorologica dell’amico Andrea, a Quezzi, registrò una cumulata di oltre 500 millimetri, con passo orario di circa un centinaio di litri per metro quadrato per oltre 4 ore…
Ecco, prima di diffondere pillole di certezze inesatte occorrerebbe saper discernere un evento certamente duro e provante per il nostro territorio (180 mm in 24 ore) da un evento disastroso e catastrofico come 500 millimetri in 4 ore…
Sperando di non doverla mai sperimentare, teniamoci il nostro buco sotterraneo ma diffidiamo dal sentirci al sicuro per il resto della vostra vita…
Orvuar