Stasera vi racconto la favola della rugiada bianca…
In questi tre anni abbondanti di racconti abbiamo imparato che l’aria, quando sale di quota, si raffredda e lo spazio tra le molecole che la compongono diventa sempre più angusto per il vapore acqueo…
Quando questo spazio non è più sufficiente a nasconderlo, il vapore acqueo in eccesso viene letteralmente sputato fuori dall’aria e passa allo stato liquido sotto forma di micro goccioline d’acqua…
Quindi come un’entità estranea all’aria…
Questo meccanismo avviene ogni volta che dell’aria ricca di vapore acqueo si raffredda, come nella formazione delle nuvole o più banalmente d’inverno quando l’aria di casa, arricchita di vapore, viene a contatto con i vetri delle nostre finestre…
Il meccanismo è sempre lo stesso…
In atmosfera, di norma, avviene quando l’aria sale di quota…
Ma può accadere anche al contrario…
Nelle giornate serene che hanno preceduto un’avvezione di aria fredda in quota, può accadere che nelle conche del nostro entroterra l’aria molto fredda in quota si depositi nel fondo valle, raffreddando molto rapidamente i bassi strati dell’atmosfera prossimi al suolo…
D’inverno, questo meccanismo (chiamato inversione termica) porta molto spesso a raggiungere temperature prossime agli zero gradi o anche di molti gradi sotto lo zero, a seconda, ovviamente, dell’intensità del freddo che ci ha preceduto…
Quando il suolo è molto freddo il vapore acqueo presente nell’aria, non appena viene a contatto con la superficie molto fredda e al di sotto degli zero gradi passa dallo stato gassoso direttamente a quello solido, creando la brina…
Se la temperatura, invece, è al di sopra degli zero, avremo la rugiada, con il vapore che, come quando tocca la finestra della nostra cucina, si trasforma in tante micro goccioline d’acqua…
La rugiada bianca, invece, è una deposizione di ghiaccio, a volte confusa con la brina, che si forma dalla rugiada che si è congelata, specialmente durante le notti fredde e serene.
Avete capito bene…
Può succedere che prima di raggiungere gli zero gradi, il nostro vapore acqueo si è già trasformato in rugiada, avvolgendo con miliardi di micro goccioline d’acqua ogni superficie con cui è venuto a contatto…
Ma può accadere che con il proseguo della notte, il terreno e i bassi strati prossimi al suolo proseguano il loro raffreddamento…
E da una goccia di rugiada non si può formare un cristallo di brina…
Semplicemente ghiaccia, congela…
Creando questo rarissimo e meraviglioso effetto che pochi conoscono che viene denominato rugiada bianca…
E la si può distinguere dalla brina proprio per le sue gocce di rugiada trasformate in piccole palline di ghiaccio che avvolgono fiori, fili d’erba e alberi…
E quando arriva la mattina, il sole le fa sembrare cristalline, immacolate e meravigliosamente luccicanti…
Proprio come quelle in foto, immortalate qualche giorno fa nel comune di Santo Stefano d’Aveto…
(di cui vorrei anche ricordare il nome del meraviglioso scatto ma me lo sono vergognosamente perso)
Bonnuì ❤