Il gelicidio

In alcune zone state segnalando ghiaccetto o acqua ghiacciata…

Avete visto quanto è scesa questa notte nelle vallate interne la temperatura grazie al rasserenamento di ieri sera?

E sapete anche che l’aria fredda è più pesante di quella calda e tende a restare incollata al suolo…

Il capitano, questa mattina, più caldo e più leggero, è andato a sovrascorrere lo strato d’aria più freddo nei bassi strati…

Le precipitazioni, dalle nubi, partono sotto forma di fiocchi di neve, attraversano lo strato d’aria più caldo, si sciolgono, totalmente o parzialmente per poi ricongelare nell’attraversare lo strato più freddo sottostante…

Ovviamente il fiocco di neve fuso, anche se attraversa uno strato d’aria a zero gradi o addirittura negativo, non torna più fiocco ma tende a trasformarsi in una pallina di ghiaccio più dura…

Ancora peggio, può accadere, se lo strato d’aria sotto zero è prossimo al suolo…

In questo caso il fiocco ormai fuso precipita sotto forma di goccia d’acqua per congelare al suolo…

In una parola il gelicidio…

Fenomeno che fortunatamente tenderà ad esaurirsi con l’entrata prepotente di Sua Maestà che tenderà a uniformare a livello termico tutta la colonna d’aria…

Fate attenzione…

Orvuar ❤

Credit immagine giuliacci.it

Si, avete capito bene, sono le 10 della sera e a Sanremo ci sono oltre venti gradi…

Si, avete capito bene, sono le 10 della sera e a Sanremo ci sono oltre venti gradi…

A Genova e Savona si fatica a raggiungerne 13, con alcuni quartieri che si arrampicano sugli specchi per arrivare in doppia cifra…

Eppure siamo investiti dallo stesso flusso d’aria…

Non c’è alcun dubbio…

E non c’è neppure il dubbio di avere qualsivoglia interferenza di Scirocchetti o di Capitani a spasso per il Golfo…

Il risucchio di Sua Maestà la Tramontana da parte della trottola mediterranea è univoco e sostanzialmente uniforme dappertutto…

Quindi cosa accade a Sanremo et zone limitrofe…

Accade semplicemente che il catino padano è talmente ricolmo d’aria, che riceve un tale e imperituro contributo da est che si comporta esattamente come una vasca da bagno col tappo e con l’acqua corrente a tutto volume…

L’aria, che è un gas, in realtà si comporta come un liquido e quando raggiunge il limite posto dalla catena appenninica e dalle Alpi Liguri trabocca di fuori e si riversa verso la costa…

Essendo più fredda, e dunque più pesante, scivola lungo i pendii, lungo i versanti marittimi e raggiunge la costa sotto forma di raffiche anche molto forti…

Ma nella sua caduta verso il basso, si comprime, proprio come quando comprimiamo l’aria all’interno di una pompetta per gonfiare le ruote di una bici…

E l’aria, quando si comprime, accelera il movimento delle sue molecole e dunque si riscalda…

Quanto?

Circa un grado ogni 100 metri di caduta…

Cosicchè, se a circa 2mila metri abbiamo zero gradi, lungo la rispettiva linea di costa, ne avremo esattamente 20…

Proprio come in questo momento…

Al rifugio La Terza, nel cuore delle Alpi della provincia imperiese, a duemila metri di quota si registrano circa 2 gradi…

A Sanremo, sul livello del mare, 20.8…

A Genova e Savona, dove si convive con i passi appenninici più bassi di tutto l’arco ligure, il trampolino di caduta è nettamente più basso e l’effetto compressione di fatto nettamente meno evidente…

Questo fenomeno può accadere sia in giornate soleggiate, sia quando il catino padano si colma non solo d’aria ma riceve anche un buon contributo di umidità…

Quella che noi meteobeline ignoranti chiamiamo oramai simpaticamente e amorevolmente Mestizia…

In questa occasione, la nuvolosità che si forma sui versanti padani, prova a traboccare verso la costa, abbracciando le creste dei nostri Appennini, per poi svanire nel nulla…

Il gaigo…

Fantasticamente immortalato quest’oggi da Barbara…

Ad osservarlo da lontano sembra tutto perfettamente immobile…

In realtà, lassù, c’è tutto quel trabocco d’aria che dalle creste più alte raggiunge rafficosamente la linea di costa…

Perché allora le nuvole spariscono di colpo, come tagliate di netto come un coltello nel burro?

Proprio per effetto di quella compressione…

L’aria si scalda scendendo verso valle e quelle microgoccioline di acqua che formano le nuvole perdono il punto di condensazione che l’umidità aveva raggiunto risalendo e raffreddandosi nel versante opposto e tornano allo stato gassoso…

E diventano improvvisamente invisibili alla nostra vista…

Più che gaigo, conierei il termine di Barbara, decisamente faigo… ❤️

Vi lascio con il suo scatto e una mappa delle temperature previste per domani mattina…

Guardate bene i colori come mettono in risalto il travaso più freddo nel settore centrale tra Genova e Savona e i picchi verso l’arancione più scuro lungo le riviere dove mancano i valichi più bassi collegati direttamente con il catino padano…

Questa è la meraviglia di un laboratorio a cielo aperto chiamato casa Liguria…

Bonnuì

❤️

La favola della rugiada bianca

Stasera vi racconto la favola della rugiada bianca…

In questi tre anni abbondanti di racconti abbiamo imparato che l’aria, quando sale di quota, si raffredda e lo spazio tra le molecole che la compongono diventa sempre più angusto per il vapore acqueo…

Quando questo spazio non è più sufficiente a nasconderlo, il vapore acqueo in eccesso viene letteralmente sputato fuori dall’aria e passa allo stato liquido sotto forma di micro goccioline d’acqua…

Quindi come un’entità estranea all’aria…

Questo meccanismo avviene ogni volta che dell’aria ricca di vapore acqueo si raffredda, come nella formazione delle nuvole o più banalmente d’inverno quando l’aria di casa, arricchita di vapore, viene a contatto con i vetri delle nostre finestre…

Il meccanismo è sempre lo stesso…

In atmosfera, di norma, avviene quando l’aria sale di quota…

Ma può accadere anche al contrario…

Nelle giornate serene che hanno preceduto un’avvezione di aria fredda in quota, può accadere che nelle conche del nostro entroterra l’aria molto fredda in quota si depositi nel fondo valle, raffreddando molto rapidamente i bassi strati dell’atmosfera prossimi al suolo…

D’inverno, questo meccanismo (chiamato inversione termica) porta molto spesso a raggiungere temperature prossime agli zero gradi o anche di molti gradi sotto lo zero, a seconda, ovviamente, dell’intensità del freddo che ci ha preceduto…

Quando il suolo è molto freddo il vapore acqueo presente nell’aria, non appena viene a contatto con la superficie molto fredda e al di sotto degli zero gradi passa dallo stato gassoso direttamente a quello solido, creando la brina…

Se la temperatura, invece, è al di sopra degli zero, avremo la rugiada, con il vapore che, come quando tocca la finestra della nostra cucina, si trasforma in tante micro goccioline d’acqua…

La rugiada bianca, invece, è una deposizione di ghiaccio, a volte confusa con la brina, che si forma dalla rugiada che si è congelata, specialmente durante le notti fredde e serene.

Avete capito bene…

Può succedere che prima di raggiungere gli zero gradi, il nostro vapore acqueo si è già trasformato in rugiada, avvolgendo con miliardi di micro goccioline d’acqua ogni superficie con cui è venuto a contatto…

Ma può accadere che con il proseguo della notte, il terreno e i bassi strati prossimi al suolo proseguano il loro raffreddamento…
E da una goccia di rugiada non si può formare un cristallo di brina…

Semplicemente ghiaccia, congela…

Creando questo rarissimo e meraviglioso effetto che pochi conoscono che viene denominato rugiada bianca…

E la si può distinguere dalla brina proprio per le sue gocce di rugiada trasformate in piccole palline di ghiaccio che avvolgono fiori, fili d’erba e alberi…

E quando arriva la mattina, il sole le fa sembrare cristalline, immacolate e meravigliosamente luccicanti…

Proprio come quelle in foto, immortalate qualche giorno fa nel comune di Santo Stefano d’Aveto…

(di cui vorrei anche ricordare il nome del meraviglioso scatto ma me lo sono vergognosamente perso)

Bonnuì ❤

Potrebbe essere un'immagine raffigurante natura

Le previsioni dei cachi…

Non tutti lo sanno, ma un tempo, i contadini, usavano i cachi, anzi, i semi del caco per prepararsi all’inverno…

Infatti, dentro i semi dei cachi si trovano delle meravigliose posate in miniatura, e a seconda del seme, possiamo trovare una forchetta, un cucchiaio o un coltello…

Anche se, purtroppo, come sta avvenendo per altri frutti, la selezione degli ultimi anni ha puntato a produrre qualità prive di semi, diventati rari da trovare…

Ma dal momento che la maturazione e quindi la raccolta di questo frutto avviene fra ottobre e dicembre, la credenza popolare, tramandata per molti secoli, ha attribuito alle posate trovate all’interno del seme il simpatico compito di prevedere come sarà l’inverno…

Per trovare le posate dobbiamo tagliare a metà il seme per il lungo, aiutandoci con un coltello, e immediatamente ci apparirà il tipo di posata che il nostro seme celava al suo interno…

Ma come interpretarla?

Facile ragazzi, facilissimo…

Il cucchiaio significa che arriverà tanta neve da spalare.

La forchetta indica un inverno mite, senza gelo particolare.

Il coltello è segno di freddo tagliente.

Se ne trovate uno potete coinvolgere i bambini e spiegare loro che quella posata non è altro che il germoglio e la sua forma cambia in funzione del suo stadio di preparazione a uscire ed emettere le prime foglie.

Quindi il nostro coltello, forchettina o cucchiaino non è altro che la giovanissima pianta di cachi, non ancora nata e protetta dal tegumento del seme.
E il colore bianco è dovuto al fatto che il germoglio sta chiuso al buio, e che una volta germogliato, grazie alla fotosintesi clorofilliana diventerà il verde a cui siamo abituati.

Perché questo racconto?

Perché proprio l’altro giorno, col mio amico meteorologo in AM abbiamo giocato a fare una previsione all’antica…

E abbiamo trovato un meraviglioso cucchiaio… ❤

Bonnuì ❤

 

Le “virga”

Dalla igno posta, ricevo e rispondo…

“Ciao, ho una domanda che solo a pensarci mi sembra davvero stupida, ma tant’è, non riesco a darmi una risposta.
Le nuvole ad altissima quota, di quelle che quando sei in aereo stanno molto più in alto sono di vapore acqueo congelato presumo, la mia domanda è:
Come fa il vapore acqueo congelato a restare sospeso nell’atmosfera e non scendere di quota?
Perdonami per la domanda belinona, ma così è…”

Tutt’altro che belinona la domanda di Roberto…

Le nubi sono fatte da vapore acqueo che, salendo di quota per mezzo delle correnti ascensionali, si è raffreddato e ha raggiunto il suo punto di condensazione…
Al di sopra degli zero gradi una parte di esso passa allo stato liquido sotto forma di microgoccioline d’acqua (più pesanti dell’aria), a temperature negative possono passare allo stato solido e trasformarsi in meravigliosi e piccolissimi cristalli di ghiaccio…

Anch’essi più pesanti dell’aria…

E allora perché non cadono al suolo?

La risposta la troviamo direttamente nella premessa…

Le microgoccioline d’acqua e i piccolissimi cristalli di ghiaccio di cui sono formate le nubi ad alta quota (dove ovviamente fa freddissimo) sono il risultato di correnti ascensionali che tendono a farli galleggiare in atmosfera…

Ma non sono completamente fermi e sospesi…

Proprio perchè più pesanti del’aria tendono a cadere ma vengono riportate in alto proprio dalle correnti d’aria ascensionali che l’hanno generati…
Ecco perché le nubi sono in continua evoluzione e mai uguali le une alle altre e mai nemmeno uguali a sé stesse.

Nel loro costante movimento salgono, scendono e cambiano forma senza sosta…

Quand’è che cadono e raggiungono il suolo?

Quando le correnti ascensionali trasportano un bagaglio di Mestizia considerevole da formare nubi alte, spesse e ricche di micro goccioline d’acqua o micro cristalli di ghiaccio che scontrandosi fra di loro diventano talmente grandi e talmente pesanti da vincere la forza opposta delle correnti stesse e precipitano al suolo…

Sotto forma di pioggia, se la temperatura è positiva, sotto forma di fiocco di neve se la temperatura è negativa…

Quando piove, o quando nevica, significa che le gocce o i fiocchi di neve hanno raggiunto una dimensione tale che il loro peso non è più sostenuto dalle correnti ascensionali.

E solo a quel punto le nuvole “cadono”, rovesciando il loro contenuto di acqua o di neve…

Quando la precipitazione della nube avviene a quote molto elevate e al di sotto di essa c’è aria molto calda o molto secca può accadere che non raggiunga il suolo per evaporazione…

Lo si può notare spesso anche qui da noi…

In quel caso la precipitazione prende il nome di “virga” ed è visibile una netta striatura che parte dalla nube e tende a dissolversi prima che raggiunga il suolo…

Orvuar… ❤

I segreti di ogni tramonto

Molti di voi, magari non se lo ricorderanno…

Probabilmente sono nozioni che si imparano alle medie e non sempre ce le ricordiamo, semplicemente perché non siamo abituati a metterle in pratica…

E restano teoria, a volte dimenticata…

La luce solare è bianca perchè contiene tutti i colori mescolati in ogni singolo raggio…

Ma ogni singolo colore si muove con un’onda di diversa lunghezza…

Immaginate di fare una passeggiata con vostro figlio piccolo o vostro nipote…

Camminate di fianco uno all’altro ma fate passi di lunghezza diversa, lui più corti, voi più lunghi…

Se ci fossero degli ostacoli lui ne incontrerebbe di più, voi di meno…

Per la luce, anzi per i colori accade esattamente la stessa cosa…

Quando la luce entra nell’atmosfera terrestre, si “scontra” con i gas dell’aria e i colori con le onde più lunghe (il rosso, ad esempio), “scavalcano” le particelle dell’aria e continuano il loro tragitto.

Il blu, invece, ha onde più corte: si scontra con le particelle (molecole dell’aria, pulviscolo atmosferico, agenti inquinanti) ed è deviato e riflesso in tutte le direzioni.

Così, ovunque si guardi, i suoi raggi arrivano ai nostri occhi e “colorano” di blu il cielo…

Se non ci fosse atmosfera, non ci sarebbe nulla a deviare la luce e il cielo sarebbe nero, come succede sulla Luna.

Al tramonto, invece, ma anche all’alba, la luce del Sole è più radente e prima di arrivare ai nostri occhi attraversa uno strato più ampio di atmosfera e gran parte del blu si “disperde” prima di arrivare ai nostri occhi…

Mentre quelle tendenti al rosso, che hanno onda più lunga, ce la fanno nonostante il tratto di strada molto più lungo…

Vi lascio col dipinto di Verena, un piccolo schema riassuntivo e la buonanotte…

E un esercito di meteobeline con il naso all’insù…

P.S.
Alcuni anni fa, dopo aver parlato con lui della scienza dei tramonti, il National Geographic chiese a Stephen Corfidi, che lavora per il NOAA, l’agenzia federale statunitense che si occupa di oceanografia, meteorologia e climatologia se si potesse prevedere un bel tramonto.

Corfidi rispose che sì, fino a un certo grado era possibile, ma aggiunse: «Mi chiedo però a chi importi davvero, forse solo ai registi o ai fotografi. Il resto delle persone vuole solo sapere se pioverà o no»

Che dite, lo cerchiamo e lo inondiamo di tramonti?

Mammatus

Non è stato un caso che venerdì sera mi siano arrivate molte foto che ritraevano lo stesso particolare tipo di nuvola…

Si chiamano Mammatus, non a caso, proprio per la loro particolare forma a mammella…

E la loro comparsa è sempre legata alla presenza di un evento temporalesco molto intenso…

Avete presente le nubi a sviluppo verticale, quelle che chiamiamo simpaticamente cavolfiori?

Quelle nubi, in gergo meteorologico serio si chiamano cumulonembi e tendono a crescere sino a quando l’aria calda e umida che sale dal basso trova un ambiente più freddo…

Può succedere che in quota correnti molto forti stoppino improvvisamente la salita dell’aria calda e umida, oppure può succedere che l’ascensione raggiunga il limite massimo della troposfera (da noi circa 10/12 km) dopodiché la temperatura comincia a salire e quindi il nostro bel cumulonembo smetta di salire (proprio come se trovasse un coperchio) e cominci ad espandersi lateralmente…

Con la tipica forma a incudine…

A quelle quote l’aria è molto fredda e il vapore acqueo sparato a quelle altezze cristallizza e diventa più pesante…

I cristalli di ghiaccio tendono a precipitare e a fuoriuscire dalla nuvola…

Ma trovando un ambiente non solo freddo ma anche molto secco tendono immediatamente a sublimare (passano dallo stato solido direttamente a quello gassoso) tornando sotto forma di vapore acqueo, e tornando a salire verso l’alto…

Questo movimento ripetitivo di caduta e di risalita, che avviene in maniera abbastanza precisa e simmetrica conferisce alla nuvola questa meravigliosa forma a sacchetto, o a mammella…

Condizione ovviamente necessaria che a quella quota non ci siano correnti troppo forti da allungare l’incudine del temporale e non permettere ai cristalli di ghiaccio di cadere, sublimare e ritornare dentro la nube…

Le foto sono le vostre, raccolte qui, su questa pagina…

Bonnuì

    

Quando il sole mette l’aureola

Ci avete mai fatto caso che una piccola goccia d’acqua può rimanere tale, con la sua forma tondeggiante, anche sopra un piano senza che si spanteghi su di esso?

Sapete perchè?

Perchè il legame tra le molecole di acqua che formano quella goccia, nella parte esterna a contatto con l’aria crea quella che viene definita “tensione superficiale” e fa si che quella gocciolina mantenga la sua forma contro la ragionevole supposizione che si debba spiattellare sul tavolo…

Evidenti e molto suggestive sono le micro goccioline di rugiada presenti sulle foglie di primo mattino in caso di forte umidità e raffreddamento repentino del suolo…

La stessa cosa accade in quota…

Le nubi a bassa e media altezza, sebbene immerse in un’atmosfera con temperature negative, sono comunque formate da micro goccioline d’acqua che grazie alla loro tensione superficiale si oppongono alla normale esigenza fisica e fisiologica di passare dallo stato liquido a quello solido…

In questo caso si dice che le micro goccioline d’acqua si trovano in un stato di sopraffusione, se ne stanno bellamente e sfacciatamente allo stato liquido in un ambiente anche ampiamente sotto zero…

Salendo di quota però, e scendendo a valori negativi importanti, oltre i -40 gradi il processo della sopraffusione non è più possibile e le nubi (cirri) che si formano oltre i 6mila metri sino ai 12/15 mila metri sono formate da micro cristalli di ghiaccio e non più goccioline d’acqua sopraffusa…

In una giornata come questa, con i cirri perfettamente spalmati su tutta la volta celeste può accadere di osservare e godere di un raro fenomeno ottico che genera una sorta di alone colorato intorno al Sole, solitamente e semplicemente causato dalla luce solare che interagisce con i cristalli di ghiaccio presenti nell’atmosfera.

L’evento, ben visibile a occhio nudo, facendo attenzione però a non fissare se non per qualche secondo la luce, permette di vedere intorno al Sole (ma succede ancora più raramente anche intorno alla Luna), anelli di luce più o meno intensi che vengono chiamati, appunto, aloni solari o lunari.

Si tratta di una sorta di arcobaleno circolare che si forma intorno al Sole per effetto della rifrazione della luce generata dai micro cristalli quasi trasparenti dei cirri ad alta quota…

Proprio questi minuscoli cristalli fungono da lente e l’alone che si crea forma una specie di arco o anche un cerchio completo intorno alla luce con bande colorate che ricordano molto da vicino quelle dell’arcobaleno (fenomeno simile ma che si verifica a quote più basse con le micro goccioline di pioggia rimaste in sospensione dopo una precipitazione piovosa).

I cristalli di ghiaccio dei cirri, che sono composti da minuscole strutture esagonali, danno alla luce un angolo di rifrazione di 22 gradi: da qui il nome che viene associato al fenomeno ottico che viene anche chiamato “alone a 22 gradi”

La foto è di Manlio, il pippotto è mio

Suar ❤️

 

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Perchè proprio rossa? Scopriamolo insieme!

Mentre continua piovere alle spalle del savonese, provo a buttare li una considerazione…

Allerta rossa inevitabile. Punto. Senza se e senza ma.

Si ma i modelli, alcuni sono scarichi, altri meno, altri vedono alluvione. Come si fa. E se poi non fa nulla…

Cazzate…

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Di aria, di pressione, di calore e di tramontana compressa… e speriamo anche compresa!

Uno dei fattori principali che intervengono nei fenomeni atmosferici è l’aria.

L’aria è qualcosa che esiste ma non ha né forma né volume proprio.

Sotto compressione, anche modesta, riduce il proprio volume mentre se lasciata libera e trova spazio aumenta spontaneamente di volume, cioè si espande.

L’aria è un gas e solamente nella seconda metà del ‘700 si scoprì che 2 sono gli elementi principali che la compongono: l’ossigeno e l’azoto.

Si scoprì anche che queste due sostanze sono presenti nell’aria nella proporzione di una parte di ossigeno e 4 parti di azoto.

L’aria  contiene in misura variabile, oltre ad altri gas rari, anche una certa quantità di vapore acqueo.

Inoltre si trovano sospesi nell’aria una miriade di corpuscoli che vagano liberamente: essi costituiscono il cosiddetto PULVISCOLO ATMOSFERICO.

L’aria pesa, belin se pesa…

L’aria, come tutti i gas, ha un suo peso e ogni molecola d’aria, come un qualsiasi corpo pesante, viene attratta dalla terra per effetto della forza di gravità.

Cosicché l’aria si addensa tutto intorno alla Terra ed è proprio la forza di gravità che le impedisce di allontanarsi indefinitamente da noi.

Questo involucro d’aria da cui siamo avvolti è detto ATMOSFERA.

Immaginate ora l’atmosfera come una colonna d’aria costituita da tanti strati sovrapposti nei quali le molecole d’aria non hanno la stessa densità…

Decisamente più densi gli strati inferiori, nettamente meno densi via via che ci si allontana dal suolo

Perchè?

Semplicemente perchè gli strati superiori dell’atmosfera gravano con il loro peso sugli strati inferiori esercitando, quindi, con il loro peso, una forza premente su tutti i corpi che si trovano sulla Terra.

Ogni centimetro quadrato della superficie terrestre sopporta il peso di una colonna d’aria avente per base 1 centimetro quadrato e per altezza lo spessore di tutta l’atmosfera.

Si chiama appunto pressione atmosferica il peso dell’aria che grava sopra 1 centimetro quadrato della superficie terrestre.

Ma qual’è la causa principale del riscaldamento dell’aria?

D’istinto si direbbe il sole… e d’istinto sarebbe anche la risposta giusta…

E allora come mai nella troposfera (primi 12 km dell’atmosfera) la temperatura dell’aria diminuisce via via che ci allontaniamo dalla superficie terrestre e ci avviciniamo al sole?

Nelle acque marine, ad esempio, gli strati superficiali, quindi più vicini al sole, sono effettivamente più caldi rispetto agli strati inferiori e in una stanza con una stufa accesa via via che ci si allontana dalla fonte di calore l’aria si fa più fredda…

Nella troposfera, sembra accada proprio l’esatto contrario…

Per comprendere, dunque, cosa accade nell’atmosfera, perchè salendo di quota e avvicinandosi al sole faccia più freddo, bisogna analizzare il concetto di calore e come esso si trasmetta;

C’è il trucco?

Si, lo ammetto, c’è il trucco.

E come ogni vero trucco, c’è ma non si vede…

Se noi immergiamo un pezzo di ferro rovente in una bacinella d’acqua fresca cosa accade?

Il pezzo di ferro si raffredda (cede calore) e l’acqua fresca si scalda (acquista calore)

Ma in che modo?

Nell’antichità pensavano addirittura che il calore fosse una sorta di fluido misterioso (lo chiamavano fluido calorico) che aveva la capacità di trasferirsi da un corpo più caldo ad un altro meno caldo…

Ovviamente se fosse vera questa teoria un corpo riscaldato e che quindi acquista fluido dovrebbe anche aumentare di peso!!!

Nulla di più falso…

Battendo con un martello un pezzo di ferro sia il martello che il pezzo di ferro si riscaldano: come si è creato il calore che prima non c’era?

Per comprendere come si sia trasferito il calore del pezzo di ferro rovente all’acqua e come si sia generato calore nel martello e nel pezzo di ferro occorre comprendere l’intima natura dei corpi: le molecole!

Tutti gli oggetti che ci circondano sono fatti di qualcosa: quel qualcosa è la materia

La materia si presenta sotto 3 stati fondamentali:

Stato solido

Stato liquido

Stato gassoso

I 3 stati, liquido, solido e gassoso presentano peculiarità invisibili all’occhio umano di FONDAMENTALE IMPORTANZA!

E per capirlo occorre divertirsi con un esperimento molto intuitivo.

Prendiamo tre provette uguali, la prima la riempiamo con 5 unità di acqua e la seconda con 5 unità di alcool. Quindi uniamo le due provette nella terza provetta e scopriremo che 5+5 non fa 10, ma un po’ meno di 10!!!

Dovremo necessariamente ammettere che uno dei due liquidi deve aver trovato degli spazi vuoti nell’altro e che questi spazi vuoti sono talmente piccoli da risultare invisibili all’occhio umano…

 

TUTTE LE SOSTANZE, infatti, sono costituite da degli aggregati di tante minuscole particelle (le molecole) separate da piccolissimi spazi vuoti in cui agiscono le forze molecolari attrattive e repulsive…

Ogni molecola, quindi, avendo attorno a sé degli spazi vuoti ed essendo attirata e respinta continuamente dalle molecole circostanti non può avere una posizione fissa e immutabile. Anche in un solido, infatti, ogni molecola vibra oscillando in una posizione di equilibrio come se fosse collegata alle altre da sottilissime molle!!!

 

SOLIDI: le forze attrattive e repulsive tra le molecole sono in perfetto equilibrio e questo permette alle molecole di stare strettamente vicine le une alle altre e di conservare forma e volume definiti

LIQUIDI: le forze attrattive sono leggermente inferiori rispetto a quelle repulsive quindi riescono a spostarsi facilmente all’interno del liquido. E’ per questo che un liquido non ha forma propria ma assume quella del recipiente che lo contiene

GAS: prevalgono nettamente le forze repulsive, quindi le molecole sono liberissime di muoversi

Come possiamo percepire tutto questo movimento molecolare che non vediamo?

Facendo cadere qualche goccia di inchiostro in un bicchiere d’acqua oppure spruzzando qualche goccia di profumo in una stanza. Non ci credete? Provate…

Le molecole d’acqua, in continuo e rapido movimento, colpiscono le gocce d’inchiostro separandole in miriadi di molecole spinte in tutte le direzioni, esattamente quello che accade per le gocce di profumo, colpite e trasportate dalle molecole dell’aria in contino movimento in ogni angolo della stanza…

Ma il nostro pezzo di ferro battuto e riscaldato dal martello?

Ora possiamo finalmente capire che quando si batte un pezzo di ferro con il martello vengono eccitate le molecole superficiali che si mettono ad oscillare con maggiore vivacità, urtando le altre molecole più vicine e trasferendo via via una maggiore vibrazione a tutte le altre (conduzione).

Se tocchiamo il ferro o il martello lo sentiremo più caldo, calore che è dovuto alla maggiore vibrazione delle molecole superficiali! (lo fregamento delle mani vi dice nulla?)

UN CORPO SI SCALDA TUTTE LE VOLTE CHE VIENE AUMENTATA L’AGITAZIONE DELLE SUE MOLECOLE

E il nostro pezzo di ferro rovente immerso nell’acqua?

In questo caso sarà il ferro (caldo) a cedere calore (movimento molecolare, energia) all’acqua più fredda e non il contrario. Infatti è il movimento molecolare più rapido del pezzo di ferro che trasferisce energia alle molecole d’acqua con le quali viene a contatto aumentandone la velocità di oscillazione.

Le molecole del pezzo di ferro perdono energia (il pezzo di ferro si raffredda) mentre quelle dell’acqua acquistano energia e di conseguenza si scaldano sino a quando viene raggiunto il punto di equilibrio termico.

Ma il nostro sole che fine ha fatto?

Qual’è la causa principale del riscaldamento dell’aria?

Come mai la temperatura dell’aria diminuisce via via che ci allontaniamo dalla superficie terrestre e ci avviciniamo al sole?

Forse non tutti sanno che solo il 14% delle radiazioni solari viene intercettato dalle molecole dell’aria.

Non solo, di quel 14% circa la maggiore quantità viene assorbita dagli strati più bassi, semplicemente perchè, come abbiamo visto all’inizio di questo racconto, più densi rispetto agli strati più alti…

 

Quindi al suolo e non in quota…

Quindi più lontano e non più vicino dal sole!

E il resto delle radiazioni solari?

Una quota parte (circa il 35%) torna al mittente, riflessa dalla stessa atmosfera e dalle nuvole, ma la maggioranza, circa il 51%, viene assorbito dal suolo terrestre e dalle grandi masse d’acqua come gli oceani, i mari e i laghi che si scaldano eccitando il proprio movimento molecolare ed emettono (verso l’alto) onde elettromagnetiche che tendono, a loro volta, ad eccitare le molecole d’aria sovrastanti prossime al suolo.

 

Ecco perchè quanto più suolo portiamo via ai prati, ai boschi, alle foreste e in genere alla natura quanto più contribuiamo al riscaldamento antropico dei bassi strati perchè catturiamo una maggiore quantità di radiazioni solari che vengono trasformate in onde elettromagnetiche che scaldano l’atmosfera dal basso e non dall’alto…

Allora perchè l’aria si può riscaldare anche dall’alto verso il basso per compressione?

Ricordate cosa abbiamo detto della materia e della sua composizione?

La materia è formata da molecole unite fra di loro dalle forze intermolecolari (ricordate le molle?) che esercitano tra di loro contemporaneamente forze attrattive e forze repulsive.

Nei solidi sono le forze attrattive ad essere nettamente più forti di quelle repulsive, mentre al contrario, nei gas, come l’atmosfera, saranno le forze repulsive ad essere più forti di quelle attrattive.

Nei gas, infatti, le molecole tendono a muoversi e a scappar via con grande facilità, rispetto a un solido…

Quando un flusso d’aria come la Tramontana (ma succede anche al Marino quando scavalla l’Appennino da sud verso nord) è costretto a superare un ostacolo orografico come una catena montuosa, tende a scivolare lungo i suoi pendii e a raggiungere la costa (come accade in Liguria), o il fondovalle (come accade sulle Alpi) si comprime.

Comprimendosi provoca una normalissima e banalissima accelerazione del movimento molecolare…

Aumenta il movimento molecolare aumenta l’energia cinetica.

E quindi la temperatura!

Benvenuti nella Tramontana compressa…

To be continued