“Igno, quando torna la primavera?? Fa freddo”

Dalla posta del cuore, ricevo e pubblico…

“Igno, quando torna la primavera?? Fa freddo”

In realtà l’andamento termico non è poi così freddo come sembra…

Ci si abitua a temperature troppo elevate durante la stagione invernale e quando la primavera fa la primavera sembra che faccia troppo freddo…

Dovete sapere che verso la fine di febbraio Mare Nostrum raggiunge solitamente il suo punto termico più basso…
Solitamente oscillante fra 13 e 14 gradi…

Parliamo ovviamente della temperatura superficiale…

E i tempi di riscaldamento delle masse marine sono nettamente più dilatati rispetto a quanto accade sulla terra ferma…

In Aprile, Mare Nostrum, esordisce con valori termici non troppo lontani da quota 14 per aggiungere due barra tre gradi a fine mese…

L’andamento della temperatura terrestre è fortemente condizionato da questo valore…

Si ma in che modo?

Al modo di ieri e al modo di oggi…

Quando Mastro Eolo è impostato da sud, anche dovesse partire caldo, caldissimo, direttamente dal continente africano, nel suo lungo viaggio verso casa Liguria, a contatto con la superficie marina più fredda, tende a cedere calore al mare…

Sino a quando non raggiunge l’equilibrio termico perfetto…

In questo momento, con Mare Nostrum adagiato su valori termici intorno ai 15 gradi, il flusso eolico che raggiunge il nostro territorio e che ha accarezzato per molti chilometri la sua superficie non può che avere la stessa temperatura…

A parità di condizioni, a fine mese, quello stesso flusso poterà con sé un bagaglio termico più elevato di almeno un paio di gradi…

Per il semplice fatto che solitamente, nella terza decade del mese, Mare Nostrum, avrà immagazzinato qualche punto in più di energia termica…

La temperatura media delle massime nel capoluogo genovese per il mese di aprile si aggira intorno ai 17 gradi…

Valore che viene mediato dalle giornate in cui Mastro Eolo si dispone da nord, con la più classica delle compressioni e valori termici decisamente più elevati rispetto ai venti provenienti dal mare…

Vi lascio la mappa della rete delle stazioni limet di quest’oggi…

Che spiega perfettamente questo meccanismo…

Guardate la direttrice del passo del Turchino sud-nord…

Fra 13 e 14 gradi lungo la costa…

Marino che scavalla il Turchino e raggiunge Ovada (14.6°C)…

Un po’ meno efficace procedendo verso nord (16.3°C)…

Inesistente a Vignale Monferrato dove la colonnina di mercurio ha addirittura raggiunto i 21 gradi senza il condizionamento di un marino decisamente più fresco…

Insomma, è tutto nella norma…

Orvuar

Brezza di mare e Sua Maestà

Per la serie, la pillola del giorno…

Igno dixit: “Persi un paio di gradi rispetto a ieri, a testimonianza che con la tramontana, anche solo parzialmente compressa, in questa stagione, si raggiungono valori più alti rispetto al flusso che arriva da un Mare Nostrum ancora freddo…”

Questo è ciò che accadeva ieri…

Ma guardate oggi…

Didattica allo stato puro…

Mare Nostrum, solitamente, tra la fine di febbraio e la prima metà di marzo raggiunge il suo valore più basso…

14.2 il riscontro superficiale registrato quest’oggi dall’Aeronautica Militare…

Tra Tigullio e 5 Terre, zone che solitamente restano maggiormente al riparo da Sua Maestà per avere spalle ben coperte (comprensorio avetano), si è attivata una carezza dal mare…

Una lieve brezza che, proprio per il semplice fatto di essere aria sovrastante la superficie marina ne acquisisce, per contatto, dovrei dire per conduzione, la stessa temperatura…

Risultato?

Don Mercurio oscillante fra 12 e 14 gradi e tasso di umidità che supera il 50%…

Dal Promontorio verso Genova, invece, è Sua Maestà ad avere la meglio, agevolata, come spesso accade, dai valichi appenninici più bassi…

E’ aria pescata direttamente dal catino padano, di provenienza continentale, dunque più secca e che tende a seccare ulteriormente per caduta e dunque compressione dai monti verso la linea di costa…

Risultato?

Don Mercurio oscillante fra 16 e 18 gradi e Mestizia che oscilla fra il 20 e il 35%…

Insomma, Gran Soleil sontuoso e in bella mostra dappertutto, ma le condizioni al suolo, anche a pochi metri di distanza non sono affatto le stesse…

Ahhhh, casa Liguria…

               

San Valentino bagnato?

Lo so, salto di netto il uichend…

E tratterò un argomento che, per mia natura, neppure riesco ad annoverarlo nel fantameteo…

Tipo odissea nello spazio, o giù di lì…

E non è neppure semplice…

Mi arrampicherò sugli specchi…

Sentirete le mie unghie stridere lunghi i vetri di un grattacielo altissimo…

E proverete quell’esperienza emotiva che gli scienziati di mezza Europa hanno chiamato grima…

Proprio quella che si prova quando un gessetto nuovo incontra una lavagna…

Peli dritti e pelle d’oca…

Ma ci provo lo stesso…

Prima dei siluri polari, le alabarde siberiane, i ruggiti atlantici…

Che poi a Valentino ci ritroviamo con un ruttino, invece che il ruggito, e ci si resta pure male…

Innanzi tutto, ad oggi, che siamo ancora a mercoledì, i due modelli principali di riferimento, quello americano (GFS) e quello europeo (READING) si mostrano allineati…

Non è cosa da poco…

Soprattutto quando la distanza temporale supera ancora abbondantemente le cento ore di previsione…

Vi mostro le due mappe…

Senza drammi, senza affanni, e senza ansie, provate a farvi guidare un po’ dai colori, un po’ dalle righe bianche, che poi sono le isobare, quelle linee che uniscono i punti al suolo con la stessa pressione…

Entrambe le mappe mostrano una parziale ritirata a casa propria dell’Alta pressione delle Azzorre…

Lasciando temporaneamente scoperta la spalla occidentale del continente europeo…

Una sorta di voragine in cui ci si infilerebbe, quasi di prepotenza, un po’ a spallate, sfruttando lo scivolo naturale del bordo orientale dell’alta pressione, e con discreta efficacia, un affondo perturbato con centro di bassa pressione principale posizionato nel nord Europa…

L’aria più fredda e instabile in entrata nel cuore del mediterraneo dalla porta temporaneamente spalancata della valle del Rodano, andrebbe ad aizzare un mare Nostrum in stato di quiete, termicamente più caldo e suscettibile alle sollecitazioni più fredde…

Un secondo centro di bassa pressione andrebbe a formarsi proprio a sud della Francia e sarebbe destinato a traslare verso casa Liguria nella giornata degli sbaciucchi a perdifiato…

Nelle due mappe non vi ho solo disegnato i centri principali di Alta e Bassa pressione…

Ma ho evidenziato, in nero, un tratto di una isobara particolare…

Ed entrambe le mappe, sia quella di origine americana, sia quella di origine europea, mostrana una sorta di esse proprio in corrispondenza delle Alpi, del catino padano e di casa Liguria…

Quella “esse” ci mostra come la pressione, dal sud della Francia, tende a scendere progressivamente verso il Golfo Ligure, ma resta più alta sia a sud, dove vive, pulsa e respira la parte più alta dell’anticiclone africano, sia a nord, proprio all’interno del catino padano dove l’aria più fredda che tenderà ad appiccicarsi al suolo, essendo più pesante, manterrà una pressione più elevata rispetto al Golfo…

E siccome la regola è sempre la stessa…

Ad est si attiverà lo scirocco che muoverà aria da sud, dove la pressione sarà più alta, verso il Golfo Ligure dove la pressione sarà più bassa…

Mentre contemporaneamente, dal catino padano, il solito meccanismo del travaso rovescerà l’aria più fredda dalla Pianura, dove la pressione sarà più alta, sempre verso il Golfo, dove appunto la pressione sarà più bassa…

Schema che ho provato a riassumere con la terza immagine allegata…

Una sorta di zoom delle due mappe generali precedenti…

Meccanismo super collaudato in casa Liguria…

Macchinoso ma in caso di riuscita anche piuttosto efficace…

In autunno anche troppo efficace alle volte…

Scirocco caldo e umido da una parte…

Travaso freddo dall’altra, dai valichi appenninici genovesi e savonesi…

Ma se siete arrivati sino a qui avrete anche compreso come riuscire a prevedere con matematica certezza che una configurazione così particolare, sebbene assolutamente non rara, macchinosa e cecchina sia tutt’altro che semplice da mandare in pasto al grande pubblico come fosse certezza matematica…

Certo, il poter disquisire con entrambi i modelli di riferimento allineati è un gran bel vedere…

Sapere che il fronte perturbato giungerà da ovest barra nord ovest con un bel bagaglio a mano di aria fredda in quota farebbe anche be sperare per una QD molto calpestabile…

E neppure i millimetri di pioggia sarebbero elemosine da strapazzo…

No, non è ancora una previsione…

Ma l’impianto previsto e pronosticato dai principali modelli di calcolo mi piaceva provare a raccontarvelo…

Mo so cazzi vostri…

Augh ❤

 

La densità

Una delle cose più difficili da comprendere ma al contempo affascinanti della meteorologia è proprio ciò che non si vede…

Perché la stragrande maggioranza di ciò che accade in atmosfera avviene per mezzo di meccanismi a noi sostanzialmente invisibili…

Parliamo, ad esempio, della densità…

Impossibile da percepire all’occhio umano…

Impossibile contare quante molecole d’aria ci siano in un metro cubo d’aria…

Però può accadere che due masse d’aria che hanno un’evidente densità diversa possano incontrarsi barra scontrarsi…

Quante volte vi ho detto o scritto che due masse d’aria con densità diverse si comportano proprio come l’acqua e l’olio che non si mescolano mai?

La passione per la meteorologia mi fa fare cose che normalmente la gente comune che ha altri interessi e altre passioni non fa…

Osservo, osservo quotidianamente il cielo, ma soprattutto tutti gli strumenti che la rete mi mette a disposizione…

Che siano strumenti amatoriali, come quelli di limet, o istituzionali, come quelli di regione Liguria e arpal poco importa…

La condivisione di tutto ciò che può aiutare all’osservazione e alla comprensione di ciò che accade nel nostro territorio è semplicemente fondamentale…

E stamattina osservavo…

E la mia attenzione è ricaduta sul valore di umidità molto basso (39%) della stazione meteorologica posta agli oltre 2mila metri del rifugio La Terza nel cuore delle nostre Alpi, a ponentissimo…

Al di sotto di quella quota si oscilla fra l’80 e il 100% di Mestizia…

Sfrutto l’occasione della webcam…

Eh si, perché quel sito di monitoraggio meteorologico oltre ad avere una stazione meteo ha anche una bellissima webcam fotografica…

Sapevo già cosa avrei visto…

Un meraviglioso tappeto di nubi steso appena qualche metro sotto la postazione della stazione e della webcam…

L’aria umida proveniente dal mare sale lungo i versanti esposti…

Perde circa 0.6°C ogni 100 metri di salita…

Si raffredda, non riesce più a contenere al suo interno il vapore acqueo invisibile e comincia a condensare…

Si formano le nuvole…

L’aria continua a salire…

Si, ma sino a che altezza?

In gioco entrano due variabili fondamentali…

Quanta spinta ha dal basso l’aria che risale dal mare e quanta resistenza trova in quota dalla presenza o di aria più secca e dunque più pesante o di aria più calda che ne inibisce la risalita…

Perché noi oramai lo sappiamo…

L’aria sale sino a quando trova un ambiente intorno a se più freddo di se stessa…

E la risposta, a ponentissimo, ce la da proprio questa webcam…

Poco sotto quota 2mila si è formata una linea netta di separazione fra le due masse d’aria che non si mescoleranno mai…

100% di umidità sino alla linea delle nubi…

39% di umidità sopra di esse…

Due masse d’aria completamente diverse, con densità diverse, temperature diverse e provenienza diversa…

Aria su aria, ma completamente separate, senza mai mescolarsi…

Questa è la mia meraviglia…

Cose che conosco a memoria ma che non mi stanco mai di osservare, raccontare e meravigliarmi…

Ari-sgiur ❤

C’è tramontana e tramontana

Immaginate una diga…

Ora pensate che un gas, com’è appunto l’atmosfera, si possa comportare esattamente come un fluido…

Quando le perturbazioni provengono da nord impattano necessariamente contro la barriera alpina…

La massa d’aria nella porzione di atmosfera compresa fra il suolo e le vette alpine si ammassa lungo i versanti esteri, creando di fatto un’alta pressione per surplus d’aria…

Sopra le vette alpine, invece, l’aria si sposta sparata verso sud…

Creando una sorta di vuoto al di sotto, nel catino padano…

Che poi vuoto non è…

C’è semplicemente meno aria…

Quindi pressione più bassa…

Quella addossata alla catena alpina dei versanti esteri, oltre a premere contro di essa, è anche costretta a risalire i versanti…

Condensa, piove e nevica in abbondanza sulle creste e oltre confine…

Quando la massa d’aria raggiunge le vette è costretta a cadere…

Letteralmente a peso morto…

Fondamentalmente per tre motivi ben precisi…

E’ più fredda, dunque più pesante…

E’ più secca perchè ha scaricato di là tutto il suo bagaglio di umidità e dunque ancora più pesante…

E’ attirata, anzi letteralmente risucchiata dal deficit di aria (bassa pressione) che si è formato nel catino padano…

E’ proprio come una diga che trabocca, si scaraventa a soldatino e a velocità tripla lungo i versanti alpini italici raggiungendo i fondo valle pedemontani prima, la Pianura Padana dopo e infine casa Liguria…

Non è la solita tramontana da travaso…

Quella funziona quando siamo noi che ci risucchiamo l’aria più fredda adagiata lungo il suolo padano sfruttando i valichi appenninici più bassi…

Come il Cadibona, il Turchino o i Giovi…

E ha percorsi ben definiti…

Quella di oggi è una diga che cede all’improvviso e ci scaraventa un fiume di aria da nord verso sud a tutte le quote…

Poi, siccome il nostro territorio è tutt’altro che omogeneo, ogni montagna, ogni valle, ogni percorso in mezzo al nostro Appennino e alle Alpi Liguri si comporta in modo diverso e ne accelera o ne inibisce in parte gli effetti…

98,64 km/h è la raffica registrata dalla centralina ufficiale regionale posta ad Arenzano alle 19:50 questa sera…

Così, per dire…

Che c’è tramontana e tramontana…

La Santissima

Fa strano…

Alzi lo sguardo e vedi un tappeto di nubi, grigio, quasi uniforme, quasi immobile e ti sembra che arrivi da chissà dove…

E invece non è altro che la stessa aria che stiamo respirando, solo un po’ più fredda…

Arriva dal mare…

E’ ricca di vapore acqueo…

Ma riesce a contenerlo tra le sue molecole…

A rendercelo invisibile…

Poi incontra i nostri versanti, è costretta a risalire verso l’alto…

E si raffredda…

Raffreddandosi le sue molecole diminuiscono la loro capacità di contenere quel vapore acqueo che al suolo c’era ma non si vedeva…

Quel 70% circa rilevato dalle centraline…

Che poi cosa significa quel 70%?

Significa che al suolo, l’aria, ha un bagaglio a mano di umidità non ancora colmo, che tra le sue molecole avrebbe ancora quasi un 30% di disponibilità a nascondere dell’altro vapore acqueo…

Ecco cosa succede…

Succede che risalendo i nostri versanti e raffreddandosi, non è l’umidità che aumenta, ma la capacità dell’aria di nascondere tra le sue molecole quel vapore acqueo…
E mano mano che sale diminuisce progressivamente la temperatura e quel 70% di umidità diventa 80, poi 90, infine 100%…

Insomma, il vapore acqueo è sempre la stessa identica quantità…

E’ lo zainetto che si è rimpicciolito…

E quel 100% significa che l’aria è diventata satura…

Basta, dovesse salire ancora e diminuire la sua temperatura ulteriormente, abbasserebbe ancora la sua capacità di trattenerlo tra le se molecole in maniera invisibile e il vapore acqueo in accesso verrebbe letteralmente sputato fuori dalle sue molecole…

E da gas si trasforma in liquido…

Microgoccioline di acqua che formano il nostro tappeto di nubi…

Che quindi non arriva da chissà dove, ma ce lo costruiamo a casa nostra…

Goccioline che stanno in sospensione grazie a quello stesso flusso in risalita verso l’alto che le ha generate…

Ecco, se guardata così, con occhi un filo più consapevoli, la Santissima assume anche un debole connotato poetico…

Giusto per ripassare…

Quando l’alta pressione molla la presa…

L’anticilone ha mollato la presa…
 
Sta perdendo colpi e millibar…
 
E la pressione, dall’alto, si fa meno vigorosa…
 
Di contro, dal basso, il richiamo dal mare si è fatto coraggio e ha cominciato a spingere un pelino sull’acceleratore…
 
Risultato?
 
Santissima più alta, sin oltre i 1800 metri e più spessa…
 
E sotto questa quota è sparita l’inversione termica…
 
L’aria arriva dal mare, sbatte contro i versanti e non può far altro che arrampicarsi sino a salire in vetta…
 
Oggi ce l’ha fatta quasi dappertutto…
 
Ieri si fermava a circa 1500 metri…
 
L’altro ieri sotto quota 1000…
 
E il motivo lo avete capito…
 
Meno pressione dall’alto, e maggiore spinta dal basso…
 
Quanto si raffredda l’aria quando sale?
 
Mediamente circa 0.65 gradi ogni 100 metri…
 
Ovviamente questo accade in aria libera e senza l’interazione col suolo che può variarne l’andamento…
 
Stasera ho posto l’accento su due situazioni che sino all’altro giorno mostravano un andamento opposto…
 
Ricordate il Beigua a 20 gradi?
 
Stasera non subisce più la pressione dall’alto dell’anticiclone e registra un più modesto +3.8°C…
 
Giù in riviera, a Varazze, +12.5°C…
 
Sono circa 8.7 gradi di differenza in quasi 1300 metri di dislivello…
 
Pari a circa 0.68 gradi ogni 100 metri di salita verso l’alto…
 
Idem con patate nel comprensorio avetano….
 
Monte Bue, stasera, +0.9°C
 
Lavagna, giù in riviera, +14.2°C…
 
Oltre 13 gradi di differenza in quasi 1800 metri di dislivello…
 
Che, calcolatrice alla mano, fanno circa 0.74°C in meno ogni 100 metri di salita…
 
Ma come abbiamo potuto osservare nei giorni scorsi, quando subentra un anticiclone che preme l’aria dall’alto verso il basso, ma il basso resta protetto da un cuscino d’aria più freddo, può accadere che l’aria si scaldi molto in montagna e resti più fresca nei bassi strati…
 
Ah, la meteorologia…
 
Bonnuì ❤
 

Inversione termica

Ci sarebbe da scrivere una tesi di meteorologia su quanto sta accadendo in questi giorni…

Ci vorrebbe tempo, tanto, e voglia di imparare, tantissima…

Mi manca il contatto con il pubblico, l’interazione diretta…

Il gessetto, la lavagna e poter raccontare tutto ciò che osserviamo, ma soprattutto tutto ciò che non riusciamo a vedere con i nostri occhi, ma che possiamo osservare, ad esempio, con le centraline…

A proposito di centraline…

Venti gradi tondi tondi raggiunti agli oltre mille metri del passo del Faiallo quest’oggi…

Non so se sia record, ma la durata di questa particolare condizione certamente entrerà di diritto nella storia degli eventi estremi di casa Liguria…

Ventello raggiunto anche ai 1314 metri di Viozene, già in provincia di Cuneo al confine di casa nostra…

Passando per i 19.7 del monte Beigua, i 19.8 di Rocca d’Aveto (1255 metri sul livello del mare), i quasi 17 ai 1585 metri del Prato della Cipolla e ai 21 gradi (si, avete letto bene, ventunogradi) del rifugio monte Caucaso posto ad oltre 1200 metri di quota in val Fontanabuona…

Sbagliaterrimo etichettare un inverno con un singolo evento…

Ma è altrettanto vero che eventi così estremi e duraturi segnano comunque la storia di una stagione…

Negli almanacchi e nella memoria…

In questi giorni, alcuni di voi, certamente i più appassionati, hanno trovato il tempo, il modo e il coraggio di bucare il tappeto di Santissima steso su tutto Mare Nostrum e adagiatosi lungo i nostri versanti marittimi per trovare un panorama comunque mozzafiato…

Perché al di là dei nostri gusti, al di là dell’inesorabile fusione di tutto il manto nevoso, del rischio risveglio precoce di tutto il mondo vegetale, Madre Natura regala panorami, suggestioni e dinamiche ogni giorno da scoprire…

In tanti, anzi, tanterrimi mi avete chiesto per quanto durerà questa condizione…

Per scoprirlo occorre prima comprendere cosa sta accadendo…

Provo a farla semplice, lunga ma semplice…

Cercando di rimestare, altresì, in tutte quelle pillole quotidiane che ho disseminato in questi giorni…

Si stanno fronteggiando due masse d’aria dalle caratteristiche termiche completamente differenti…

E non lo stanno facendo frontalmente, faccia a faccia…

Come accade, ad esempio, quando si scontrano la tramontana e lo scirocco…

Lo fanno dall’alto verso il basso e viceversa…

La cupola di alta pressione ve l’ho disegnata l’altro giorno…

Il Gusto Della Natura: Cosa Significa Alta o Bassa Pressione ? Come Si Formano i Venti e le Brezze ?E ormai lo sapete, soprattutto in quota, in seno ad un’area di alta pressione i venti ruotano in senso orario…

Come quando avvitate un tappo…

E proprio come quando avvitate un tappo, l’aria tende ad avvitarsi su se stessa, attirare ulteriore aria al centro dell’alta pressione e a comprimersi verso il basso…

Solitamente la compressione dell’aria verso il basso raggiunge il suolo…

Solitamente…

Ma d’inverno può accadere che nei bassi strati si formi un cuscino d’aria più freddo…

Che può avere altezze variabili a seconda delle irruzioni fredde precedenti…

A volte poche decine di metri, altre volte qualche centinaio di metri…

Accade soprattutto in Pianura Padana e nelle conche e nelle vallate del nostro entroterra…

E succede che la compressione dall’alto dell’anticiclone si stoppi proprio quando raggiunge il bordo, la parete, il soffitto (chiamatelo come volete) di questo cuscino d’aria più freddo…

E siccome aria calda e aria fredda non si mescolano mai perché hanno densità diverse, l’espressione massima della compressione dell’aria avviene su un piano rialzato, come se avessimo spostato il suolo all’altezza del bordo più alto del cuscino di aria fredda…

Cosicché sotto resta il freddo intrappolato e sopra il bordo del cuscino si hanno i valori di temperatura nettamente più alti…

Si chiama semplicemente inversione termica…

A casa Liguria cosa sta accadendo?

Semplice, vabbè, insomma…

Mare Nostrum sta raggiungendo il suo punto più freddo della stagione…

Si è attivata un debole richiamo d’aria proveniente dal mare e il flusso di quest’aria assume, per contatto, lo stesso valore termico della superficie marina…

E’ un flusso molto umido, e le basta salire di poche centinaia di metri per raffreddarsi ulteriormente e condensare…

E quando incontra i nostri versanti, la risalita verso l’alto diventa facile e obbligata…

Il flusso d’aria perde circa 0.65 gradi ogni cento metri (6.5 gradi ogni mille metri) e raggiunge il punto di condensazione, che non è altro che quella temperatura alla quale l’aria non riesce più a trattenere al suo interno il vapore acqueo in maniera invisibile…

E lo sputa fuori…

Passa dallo stato gassoso a quello liquido…

Micro goccioline d’acqua che una dopo l’altra andranno a formare il nostro tappeto di Santissima…

I circa 13 gradi di Genova, ad esempio, dettati dal debole flusso proveniente dal mare, sono diventati 8 ai quasi 700 metri di quota di Bargagli…

Tanto per fare un esempio…

Ma sopra quel tappeto di nubi più freddo c’era, anzi c’è, un’alta pressione che spinge, con il suo movimento, l’aria verso il basso…

E dove avviene la compressione dell’aria…

Avviene sino a quando non trova un ostacolo…

Il suolo, un cuscino di aria più freddo o un tappeto di nubi più freddo…

Ed è proprio in prossimità dell’ostacolo che avviene la compressione e che le centraline sembrano impazzire registrando valori assurdi dettati proprio da una dinamica meccanica…

E dal fatto, ormai ripetuto come un mantra, che l’aria calda e più secca in discesa verticale dall’alto verso il basso non si mescolerà mai con l’aria più fredda e più umida dei bassi strati…

Densità diverse…

Proprio come l’acqua e l’olio…

Cosa accadrà nei prossimi giorni?

Fondamentalmente due cose…

L’anticiclone africano comincerà a ritirarsi e di conseguenza la pressione, sopra le nostre teste comincerà lentamente a scendere…

Contemporaneamente il flusso dal mare si farà un filo più vivace…

E quindi la linea di scontro, la linea di contatto tra le due masse d’aria ovviamente si alzerà…

Dall’alto ci sarà meno pressione…

Dal basso la spinta del flusso che risalirà i versanti sarà più efficace…

Il tappeto di nubi si farà dunque più spesso, le micro goccioline più numerose e più vivaci…

Si scontreranno tra di loro con maggiore frequenza, diventando un po’ più grandi e un po’ più pesanti…

E alla Mestizia di questi giorni si aggiungeranno anche le prime pisciate e i primi piovaschi…

Probabilmente già da domani…

Fine del pippotto…

Buon 2022 ❤

La Santissima e quel tappeto visto dall’alto

E’ sempre difficile spiegare ciò che non si vede…

Lo è ancora di più a distanza, da una tastiera…

Per giorni vi ho parlato di alta pressione e inversione termica…

Di freddo incollato al suolo e caldo in montagna…

Ma senza il riscontro delle centraline, sarebbero diventate argomentazioni da perfetto illusionista…

Oggi un po’ meno…

Santa Macca ci viene in soccorso e mette una linea netta di demarcazione decisamente visibile e ampiamente palese…

E forse non è neppure difficile comprendere cosa stia accadendo sopra le nostre teste…

In fondo restiamo in regime anticiclonico…

Decisamente più blando, ma di depressioni, al momento, non v’è traccia…

E la Santissima allora?

Al suolo si è impostato un regime eolico proveniente dal mare…

Quindi ricco di vapore acqueo, quello che tecnicamente e ignorantemente amiamo chiamare Mestizia…

La pressione, nel frattempo, è scesa rispetto ai giorni precedenti e la risalita dell’aria lungo i versanti marittimi del nostro Appennino diventa meno impegnativa…

Oggi, ad esempio, l’aria è riuscita a risalire la quota a circa mille metri di altezza…

E siccome salendo di quota diminuisce la pressione (meno aria), le molecole dell’aria tendono ad espandersi, a muoversi con più lentezza e a diminuire la propria temperatura…

Di quanto?

Circa 7 decimi ogni 100 metri…

La base della Santissima ci indica l’altezza esatta in cui l’aria proveniente dal mare e in risalita verso l’alto raffredda a tal punto da raggiungere il punto di condensazione…

Oggi, come dicevo, intorno ai 1000 metri, 100 metri più 100 metri meno…

La parte alta delle nubi, ovvero il loro spessore, ci indica l’altezza massima in cui l’aria è riuscita a salire di quota…

E la Santissima di oggi non era molto spessa…

Perché?

I motivi possono essere due, separati o contemporanei…

La spinta dal basso troppo debole per cui raggiunta una certa quota l’aria non riesce più a risalire, oppure aria più calda e più secca presente ad una certa quota che fa da tappo a quella più fredda in risalita lungo i versanti…

Oggi, Mastro Eolo, soffiava debole dal mare, esattamente come l’avevamo disegnato ieri sera.

Capitano galoppante al largo in ripiego da sud-est sotto costa…

Intorno ai dodici gradi i valori registrati lungo la riviera, mentre risalendo i versanti più esposti, quello stesso flusso d’aria riusciva a perdere circa 7 decimi per ogni 100 metri di quota…

Il risultato lo possiamo scorgere dall’istantanea delle temperature registrate questo pomeriggio grazie alla rete Limet…

Ai mille metri di quota del Passo del Faiallo, avvolto nella Santissima prodotta grazie alla risalita dell’aria umida marittima, si registrava un valore di soli 4 gradi, accompagnati, ovviamente, da un valore di umidità prossimo al 100%…

L’aria umida di provenienza marittima si è talmente raffreddata che non è più riuscita a contenere tutto il bagaglio di vapore acqueo con il quale era partita da quota zero, rilasciandolo in atmosfera sotto forma di micro goccioline d’acqua…

Ma quanto è proseguita la corsa verso l’alto di quell’aria umida proveniente dalla linea di costa?

Poco, molto poco…

Visivamente, la Santissima, a tratti un po’ stracciata, lasciava intravedere lo spessore poco consistente delle sue nubi…

Ma oggi ci viene in soccorso anche la strumentazione…

Ed è stato sufficiente guardare i dati della stazione del Monte Beigua, posta poco meno di 300 metri più in alto rispetto a quella del passo del Faiallo, per trovare una condizione meteo climatica completamente differente…

Oltre nove i gradi registrati alla stessa ora…

Accompagnati ad un tasso di umidità bassissismo, addirittura inferiore al 40%…

Segno che a quell’altezza la compressione indotta dall’alta pressione era ancora evidente…

E siccome abbiamo imparato che l’aria sale quando è più calda rispetto all’ambiente che ha intorno, diventa abbastanza semplice comprendere che se sopra quota mille, al passo del Faiallo, con una temperatura raggiunta di 4 gradi, si trova aria molto più calda, la risalita si stoppa e la Santissima tende a spantegarsi al di sotto di essa come se trovasse un muro ad ostacolo. E si spiega, così, il tappeto di nuvolaglia che ci ha fatto compagnia per tutto il giorno…

Mentre al Monte Beigua splendeva il sole e si poteva ammirare quel tappeto visto dall’alto…

E il risultato intrappolato e immortalato dalla webcam è semplicemente meraviglioso…

 

 

 

Di inversione e Mestizia, previsioni per venerdì, 17 dicemebre 2021

Di cosa vi parlo stasera?

Vi trituro ancora le pelotas con l’inversione termica?

C’era uno, tempo fa, qui dentro, che affermava che fosse impossibile avere più caldo in quota che al suolo…

Tipo quello che, vabbè, ma dieci gradi non li perderemo mai, impossibile che nevichi…

Ve lo ricordate?

Giusto per la cronaca…

Monte Bue, 1785 metri sul livello del mare, +5°C…

Cabanne di Rezzoaglio, mille metri più in basso, -1.7…

Monte Laghicciola, 1260 metri, +7.9

Parazzuolo di Rezzoaglio, 825 metri, -2.5

Monte Beigua, 1285 metri, +7.5

Masone, 440 metri, -0.8…

Rifugio La Terza (IM), oltre 2mila metri, +4.7…

Molini di Triora, 460 metri, +1.9…

Provate ad immaginare questo strato di aria freddo come fosse un cuscino, incollato al suolo, che pulsa seguendo l’andamento solare…
Di giorno, l’irradiazione del sole, lo scalda dal basso, aumenta l’energia delle molecole che compongono l’aria di questo cuscino, che cominciano a muoversi con maggiore velocità occupando più spazio…

E il nostro cuscino aumenta di volume…

Come quando lasciamo al sole un palloncino un po’ sgonfio…

L’aria al suo interno si scalda perché aumenta il movimento delle sue molecole le quali tendono ad occupare più spazio e il palloncino si gonfia…

Con il calar del sole, viene meno l’iniezione di energia da parte di Gran Soleil, le molecole tornano a muoversi più lentamente, quindi si raffreddano, stanno più vicine fra loro e occupano meno spazio…

Il cuscino si abbassa…

Il nostro palloncino torna a sgonfiarsi…

Perché è importante comprendere questo meccanismo?

Perché la quantità in grammi, di vapore acqueo contenuto all’interno di questo cuscino, di questo strato d’aria più freddo appiccicato al suolo, non cambia mai durante il giorno…

Ma durante le ore più calde, quel cuscino, essendo più gonfio, occupando più spazio è capace di trattenere al suo interno una quantità di vapore acqueo maggiore…

Oggi, alle 13, a Masone, in bassa valle, l’umidità relativa era del 56%

Cosa significa?

Significa banalmente che a quell’ora e a quella temperatura (+10. quell’aria presente a Masone poteva contenere quasi il doppio di vapore acqueo presente in quel momento…

Stasera il termometro di Masone registra -0.8°C e l’igrometro il 100% di umidità…

E’ aumentato il vapore acqueo?

Manco per idea…

E’ sempre lo stesso in termini di grammi…

Ma l’aria si è raffreddata, le molecole avvicinate fra di loro perchè hanno perso l’energia del sole, e non è più in grado di trattenere al suo interno quello stesso vapore che di giorno ci stava sbragato, sciallo direbbero le mie figlie, comodo comodo…

E quando quell’aria, ovvero quel cuscino appiccicato al suolo si raffredda abbastanza da non riuscire più a trattenere tutto il vapore presente in quel momento, quello stesso vapore se ne va, sbattendo la porta e trasformandosi in micro goccioline d’acqua, se la temperatura è positiva (formando la rugiada), o micro cristalli di ghiaccio se siamo sotto zero…

Provate ad immaginare una spugna bagnata…

L’acqua non la vedete…

Ma se la strizzate fuoriesce dalla spugna…

Ecco, l’aria, a parità di pressione, quando si raffredda è come se si strizzasse…

E il vapore acqueo che nasconde al suo interno fuoriesce…

Non più sotto forma di gas, ma sotto forma liquida o solida a seconda della temperatura dell’aria…

Stasera non mi serve essere a Masone per sapere com’è la condizione al suolo nel fondo valle…

Guardo i dati della stazione e so con esattezza matematica che la brina si sta depositando su tutte le superfici al suolo…

Ah, scusate, quasi dimenticavo domani…

Come oggi, paro paro…

Carico le foto e ci aggiorniamo più tardi…

Besos ❤