Osservo, prevedo, allerto… si, può, fareeeee!!!!

Lo potrebbero testimoniare praticamente tutti…
Tutti coloro che hanno avuto la fortuna, o la sfortuna, di incrociarmi durante il mio lungo percorso in prima linea…
Divulgazione, allertamento, comunicazione, e soprattutto condivisione…
Tutti temi a me cari e che per quasi un ventennio di attività volontaristica in ambito meteorologico ho cercato di portare avanti…
In tutti i settori…
Quelli amatoriali, quelli del volontariato e quelli istituzionali…
E la franchezza e la forza delle proprie idee, in un certo senso hanno sempre un prezzo…
Scontri epici in regione, in arpal, in comune, persino tra noi stessi appassionati…
L’unione fa e da la forza, ci insegnano sin da piccoli…
Poi, da adulti, mentre lo insegniamo ai nostri figli, diventiamo iper competitivi, egocentrici o ancora peggio, chiusi ed ottusi dietro a barricate invalicabili…
Ricordo come fosse ieri…
Ma son passati un sacco di anni oramai…
Assessore alla protezione civile regionale era la dott.ssa Briano…
“Saffioti, lei mi chiede i dati in tempo reale, ma noi non siamo d’accordo, si rischia di generare il panico tra la gente”
E di scontri così se ne susseguirono altri…
Per molti anni…
Convinto delle e nelle mie idee abbandonai persino la mia creatura, costruita mattone dopo mattone con tanti amici…
Il mio sogno era quello di costruire un’unica grande casa…
Istituzioni e cittadini appassionati…
Tutti insieme per remare nella stessa direzione…
Divulgazione, osservazione, previsione, prevenzione, comunicazione e allertamento…
Ho fallito…
Ma non del tutto…
Per tutta questa gente sono diventato, mio malgrado, un competitor…
Mica una fonte…
E qualcosa ha cominciato a muoversi…
Guai a pronunciare il mio nome nelle stanze segrete di questa o quella organizzazione…
Blasfemia…
E pensate che la stessa cosa accade anche tra di loro…
Che sia limet, liguriameteo, meteolanterna, tanto per citare i più comuni e i più diffusi…
Ognuno per la sua strada…
Senza mai un progetto comune…
Ma qualcosa lentamente sta cambiando…
Molto lentamente…
E in fondo, inconsapevoli e ignari, molto merito è anche il vostro…
Il vostro gradimento verso una comunicazione un po’ fuori dagli schemi e un po’ poco convenzionale li ha fatti cadere dalla sedia…
Io non l’ho mai nascosto…
Osservo, leggo e mi confronto con ogni fonte…
Ma soprattutto utilizzo ogni fonte disponibile…
E’ il bello della rete, della condivisione dei dati…
E non lo nascondo…
Mi avete chiesto cosa ne penso dell’app Meteo 3R
Scaricatela…
Come l’ho scaricata io…
Come ho scaricato quella di limet, di meteolanterna e altre ancora…
Condivisione e confronto…
Certo, non basta un’app per fare resilienza…
Non basta un’app per fare divulgazione…
Non basta un’app per sostituirci all’insegnamento scolastico…
E non basta un’app per salvarci la vita…
Ma finalmente, dopo tanti anni lo hanno capito…
I dati di quelle centraline, pagati e finanziati anche con le nostre tasse, devono essere divulgati nel modo più accessibile possibile, più comprensibile possibile…
E soprattutto ci devono essere dati in pasto rigorosamente in tempo reale…
Fondamentale è che non venga vissuto come un punto di arrivo ma come un primo passo di un lungo percorso che le istituzioni devono fare per gestire al meglio tutto ciò che gira intorno alla meteorologia e alla gestione delle emergenze…
Perché come è troppo spesso accaduto, mentre voi scaricate l’app, loro scaricano le loro responsabilità…
A stasse, che ho un risotto ai funghi da far andare a fuoco lento…
Suar

Quello storico gennaio del 1985

Ogni anno, ogni inverno ce lo ripropongono come un mantra…

L’inverno del 1985, o per meglio essere precisi, quelle due settimane, o poco più, di freddo intenso e storiche nevicate che hanno sconquassato l’Italia intera, sembra si debba ripetere ogni volta…

Desiderio neppure troppo celato di appassionati, nivofili o semplici curiosi under 40 che non lo hanno neppure vissuto o erano troppo piccoli per ricordare quell’evento così pazzesco…

E ad ogni piè di sospiro del vortice polare, ogni anno, ecco spuntare decine e decine di articoli in cui si inneggia ad un evento che per durata, caratteristiche e valori ha avuto pochi eguali in tutto il secolo scorso…

Per dare giusto una connotazione scientifica a ciò che sto scrivendo mi limito a dire che portano solo ed esclusivamente sfiga…

E sono praticamente certo che oggi, un evento del genere, a distanza oramai di 37 anni, creerebbe una mole di disagi tale e una messa a dura prova delle nostre capacità di sopravvivenza che ne usciremmo sostanzialmente devastati…

Insomma, oggi sarebbe decisamente peggio, molto peggio…

Ve lo racconto, ma poi non ne parliamo più…

Che son già passati troppi anni…

Nel mese di gennaio di quell’anno, l’Italia e non solo, fu interessata da un’ondata di gelo eccezionale che venne accompagnata da nevicate intense, che colpirono quasi tutto lo stivale italico ma che furono abbondantissime soprattutto al nord…

Tanto che l’evento passò alla storia come la “nevicata del secolo”…

L’esordio il primo di gennaio…

Aria molto fredda di origine polare, proveniente dalla Russia settentrionale, cominciò a scivolare verso sud in direzione del Vecchio Continente e del Mar mediterraneo…

Il Polo Nord subì un fortissimo riscaldamento in quota…

Quello che in gergo tecnico (seriamente questa volta) viene chiamato “stratwarming e che mandò in frantumi il vortice polare…

Che poi altro non è che una trottola…

Un flusso d’aria freddo che gira a velocità sostenuta intorno al Polo…

E proprio come una trottola, se mantiene una certa velocità e una certa costanza continua a girare sul perno di rotazione, il Polo Nord…

Se rallenta o subisce una deviazione a causa di una forzante esterna, proprio come una trottola, comincia a rallentare, ad oscillare e a prendere strade alternative…

Ecco cosa può accade durante uno stratwarming…

Che il nostro vortice polare subisca una forzante dall’alto, rallenti la sua corsa e l’aria fredda, che prima girava intorno al proprio asse di rotazione, il Polo Nord, tende a scivolare verso sud…

Ma torniamo al crono racconto per il quale farò ampio riferimento ad un paio di fonti esterne che citerò in fondo all’articolo…

Dicembre dell’84 non venne ricordato come un mese particolarmente freddo…

Anzi…

Ma la discesa repentina del Vortice Polare cambiò di colpo tutta l’orchestra, lo spartito, il maestro, il palcoscenico e tutta la scenografia…

Commoventi gli interventi di Andrea Baroni all’indimenticabile Che tempo fa di rai 1 pochi minuti prima del telegiornale nazionale…

Ma andiamo con ordine…

Nella prima fase ( 1-4 gennaio) l’aria artica affluì sull’Italia in un contesto per la maggior parte stabile…

I primi effetti del gran freddo si avvertirono il 2 gennaio, quando Torino e Bolzano registrarono una “giornata di ghiaccio” (la temperatura non superò gli zero gradi)…

La mattina del 3 gennaio a Torino, Don Mercurio crollò fino a -10 gradi…

Il 2 gennaio nevicò a Grosseto (non accadeva dal 1963) e il 4 ad Alghero…

La neve cadde anche sull’Isola d’Elba…

Il 4 gennaio arriva un secondo impulso di aria molto più fredda, e sarà quello che farà iniziare a far precipitare le temperature a picco…

Nella seconda fase (5-9 gennaio) il gelo fece il suo ingresso trionfante sia dalla Porta della Bora che dalla Porta del Rodano…

Le temperature crollarono ancora e una perturbazione di origine africana portò la neve in gran parte del Centro-Sud…

Il 5 gennaio la Bora raggiunse a Trieste i 100 km/h e Città di Castello (Umbria) raggiunse l’accumulo di 1 metro di neve al suolo…

Nevica su quasi tutta l’Italia centro-settentrionale: a Rimini 25 cm di neve, a Roma 15 cm, una quindicina di cm anche a Venezia e sulla Riviera ligure…

Neve a Bologna, in Emilia, in Romagna e nelle Marche…

Il 6 gennaio una perturbazione mediterranea molto attiva ricoprì Barcellona con 50 cm di neve, nevicò anche a Marsiglia, a Roma e sugli Altopiani del Marocco, della Tunisia e dell’Algeria (fino a 1 metro)…

Sul nord Italia si inizia a scrivere la storia…

Oltre -35 sulle Alpi…

Il 7 gennaio la temperatura lungo le coste della Liguria crollò a livelli record: Genova registrò -6,8 gradi, Capo Mele -4,5 gradi…

Temperature record di oltre -20 in Emilia e Venezia stampa un incredibile -12…

L’8 gennaio il Po, l’Arno e alcuni fiumi marchigiani cominciarono a gelare…

15 cm di neve a Firenze, nevicate anche in Piemonte…

Il 9 gennaio la Sardegna fu interessata da una nevicata eccezionale, che imbiancò completamente l’isola, con accumuli di 50-60 cm in alta collina e neve su Cagliari…

L’osservatorio di Capo-Bellavista registrò una minima di -2 gradi…

Nella terza fase (10-13 gennaio) i cieli si rasserenarono sull’Italia Centrale e le temperature minime raggiunsero livelli record, anche a causa dell’abbondante copertura nevosa al suolo (effetto albedo, ricordate?)…

Il 10 gennaio Piacenza-San Damiano scese a -22 gradi e Sarzana (Liguria di Levante) a -9 gradi…

Temperature record di –25 nell’Emilia, a Firenze –15°C…

La neve compare anche a quote molto basse in Sicilia…

L’11 gennaio la temperatura scese fino a -22 gradi a Firenze-Peretola e -20 gradi ad Arezzo…

L’Arno gelò completamente…

In Pianura Padana record vennero battuti nel Ferrarese, dove San Pietro Capofiume scese fino a -24,8 gradi…

Valori attorno ai -20 nel Veneto e in Lombardia…

In Umbria il lago Trasimeno gela…

Abbondanti nevicate si verificano ancora in diverse zone dell’Italia, specie in Romagna (Rimini, accumulo totale, attorno i 40 cm)…

Il 12 gennaio Firenze scese ancora più giù, fino ad un incredibile e storico -23 gradi e record storici vennero battuti sulla Riviera Romagnola: -17 gradi a Rimini-Miramare e -16 gradi a Cervia…

Sul litorale laziale Fiumicino scese a -7,8…

Nel centro sud la quota dello zero termico comincia ad alzarsi e al posto della neve compare il gelicidio…
(a causa dell’inversione termica)…

Ora però è il turno del Nord e della riviera ligure di levante che saranno investiti da abbondanti nevicate…

Bufera di neve anche su Genova…

Record di temperatura più bassa in pianura di -29°C nel bolognese…

Brividi e pelle d’oca solo che a leggerli e a riportarli certi dati…

Nella quarta e ultima fase (14-17 gennaio) l’aria fredda venne gradualmente scalzata da una perturbazione atlantica, che andò a scavare un minimo depressionario in corrispondenza della Corsica…

Al Centro-Sud le piogge cominciarono a cadere abbondanti, mentre al Nord Italia il “cuscino freddo” (ovvero la presenza di aria fredda al suolo) non venne scalzato e la neve cadde abbondantissima su molte zone…

Il 14 Gennaio molta neve a Milano e nevischio in Romagna (pianura)…

Il 15 Gennaio è il turno di Torino con una nevicata di 40 centimetri…

Il 16 Gennaio le nevicate interessano ormai tutto il nord, Milano è ormai una città paralizzata dalla neve dove l’accumulo complessivo superò il metro di altezza…

A Trento ci sono quasi 150 cm di manto bianco…

Intanto il centro-sud (Romagna compresa) è ritornato alla normalità, con temperature sulla media stagionale, venti di scirocco con piogge diffuse e nevicate a quote medio alte…

Il 17 gennaio si verificano le ultime nevicate in Emilia ed è la fine del periodo freddo un po’ su tutta l’Italia…

Al Nord Italia questa nevicata passò alla storia come la “nevicata del secolo”…

E meravigliosa, superlativa, emotivamente coinvolgente la previsione del Colonnello Andrea Baroni di tutto ciò che, da lì a poco, sarebbe accaduto sulla nostra penisola…

Un condensato di semplicità, accuratezza, passione, emotività e lucidità che ho visto poche altre volte…

E ogni volta che lo rivedo, ve lo giuro, mi viene il magone…

Le fonti: https://www.greenlifeblog.it/ e http://www.arcibalbo-santarcangelo.it/

Meteo-follie o siti-follia?

A volte penso al mio mondo…

Quello della meteorologia…

Affascinante, per me, non tanto per ciò che l’atmosfera mostra evidente e palese ai nostri occhi, ma soprattutto per tutti quei meccanismi invisibili che la governano e che stanno alla base di tutto ciò che diventa poi visibile…

Poi penso a chi questa materia dovrebbe farla sua per professione…

E non per hobby, come sono stato costretto io…

E non so se riesco ad incazzarmi di più con le massime autorità e gli enti istituzionali, che paghiamo per un servizio previsionale, di monitoraggio e di sorveglianza semplicemente imbarazzante, o per tutte quelle srl “SI PROFIT” che potrebbero e dovrebbero fare divulgazione corretta e invece approfittano della grave lacuna comunicativa a livello istituzionale e perseverano nell’unico obiettivo del dio denaro…

Che non sarebbe neppure disdicevole, a fronte di un servizio corretto e accurato…

Un lavoro fatto per un bene comune non perde o acquista valore se fatto per altruismo, per passatempo, per volontariato o per tornaconto personale…

Ha sempre il suo valore intrinseco di bene comune…

Ma cazzo, tra ieri e oggi, sullo stesso portale, che non è nemmeno il solito ciarlatano di sempre, ho letto in 20 righe e in due articoli consequenziali le frasi esattamente come vi riporto qui di seguito…

– Meteo-follie
– La morsa del gelo
– Ecco dove nevicherà fra poche ore
– Il meteo è una condanna
– Natale al freddo e al gelo
– Forti piogge, venti artici e soprattutto neve anche a bassa quota
– Per Capodanno dovrebbero affacciarsi temperature più miti
– Tra il 26 e il 27 si potrebbero registrare delle nevicate irrituali a bassa quota
– La tregua di Capodanno, ammesso e non concesso che venga confermata potrebbe non durare a lungo
– I meteorologi tengono sotto’occhio anche una perturbazione che sta prendendo forma nell’est europeo
– Scontro correnti a Natale: Italia, un fenomeno atmosferico con pochi precedenti
– Dimenticatevi freddo e neve
– Il Natale 2021 sarà all’insegna del ribaltone
– Depressioni est-ovest umide e miti
– L’Italia sarà graziata da quelle miti foriere di piogge e di nevicate solo a quote medio alte…

Al di là che le uniche meteo-follie che conosco sono le gran cazzate che scrivono, e di irrituale c’è solo la gran vagonata di click e like che raccolgono ad ogni mastodontica cazzata che scrivono…

Mi chiedo…

Ma quanto cazzo siamo indietro con un minimo di cultura che se fosse insegnata a scuola, a partire dal primo anno della scuola dell’obbligo faremmo a meno di questa spazzatura, sapremmo gestire meglio ogni situazione e faremmo a meno di allerte politiche anziché meteorologiche sparate ad cazzum?

Eh, lo so, la Santissima mi mette sempre di cattivo umore…

Poi mi sfogo e passa…

Scusi, chi ha fatto palo?

Ormai il lavoro principale di ogni giorno non è più la propria professione…

Classeviva, classemorta, classecosìcosì, scuola attiva, scuola passiva, bacheca, valutazioni, note, assenze, ritardi, prenota colloqui, al telefono, a distanza, in presenza, di nascosto, al night, al mercato, in videochat, in pornochat, in sexyshop…

Ahhhh, le chat…

Chat di scuola, chat di volley, scarica avviso, scarica certificato, scarica green pass, scarica modulo, stampa, corri, compila, invia, consegna, controlla…

L’avviso di sciopero, c’è, non c’è, lo fanno, non lo fanno, si ma c’è un positivo, ma non basta, ce ne vogliono almeno tre, si ma io faccio il tampone, io no, dura due giorni, cazzo bisogna avvertire, si ma la scuola cos’ha deciso, boh, non lo so, decideranno, maledetti, benedetti, l’importante è che stia bene…

Cazzo, mi trilla l’altra chat, allenamento saltato, forse, anzi no, spostato, anticipato, no scusate ritardato, prego confermare presenza, assenza, se avete mangiato, ruttato, pisciato e cagato…

Dimenticavo, le convocazioni per sabato e quelle per domenica, prego confermare presenza, assenza, se avete mangiato, ruttato, pisciato e cagato…
Si ma cè posto solo per 10 genitori, prenotatevi, ma come, anche qui, echecazzo…

Ahhhh, le prenotazioni…

Prenota terza dose per il nonno, la seconda per la grande, la prima per la piccola e per la zia no vax…

La visita dal dentista, dal pediatra, dall’oculista, si ma c’ha anche l’acne, i nei e una verruca, prenota anche il dermatologo, prenota il papilloma, nel dubbio prenota anche un paio tamponi…
Presto, scarica il modulo, quello nuovo, mi raccomando…

Assenza per covid, per non covid, per malattia normale, subnormale, anormale, paranormale…

Compila, invia, leggi, firma, con la penna, con il sangue, ma solo se hai il green pass, sei vaccinato, hai fatto il covid e hai un tampone negativo da meno di 48 ore…

Il tutto moltiplicato per due…

Vabbè, dai, è venerdì…

Ah no, stasera gioca…

Alle 21, a 50 km da casa…

Fuori regione…

Mi sento un po’ come Fantozzi la sera di Italia-Inghilterra…

Scusi, chi ha fatto palo?

Boh, sarà l’alta pressione…

Sipario…

La Filastrocca Ignorante

(A Igno, il Gran Maestro dei Temporali)

 

Un bel giorno di settembre
Come un lampo saltò in mente
Di quel tizio irriverente
Nominato L’Ignorante.

Era sito in quel di Zena,
Palesato un po’ per caso
Tra quei post, voi lo sapete,
Che si pescan nella rete.

Lui racconta le intemperie,
Con parole semi-serie
A chi non capisce niente
Fuga il dubbio nella mente.

Barba, lenti e cappello
Ignorante menestrello
Dice sempre a gran voce
se vien brutto, se vien bello

Nubi, nembi e multistrati,
Sono affatto complicati,
Venti, zefiri e correnti
Il Libeccio? Boh… accidenti!

Ogni sera ormai mi accingo
A scrutare il cielo tinto
Rosso, grigio, bianco o blu
Ora ne so un po’ di più

Pioggia, vento, Grand Soleil
Son de Zena, veda un po’ Lei,
Circondati da chi? Bèh…
Dai senza bidè a ovest,dai senza C a est.

Svela Nuvola e Tempesta
Saltan fuori se c’è festa
Poi compare raramente
Una First a foto lesta.

Ma del luogo, IL PAESELLO,
fuori il nome! Manca quello!
Non vorrai negare al gruppo
Di seguirti sul più bello.

I seguaci, quelli veri,
Cavalcan venti come destrieri
Amano nubi, cieli e cime
Sono orgogliose Meteobeline.

La maccaja ha nubi inermi,
Stan lì basse, quasi ferme
La certezza più non brilla
Lo stendigno ormai vacilla.

Corri presto, vegni a védde
Guarda il cielo che si accende
Scatta su, non perder tempo
Questa vale un fuoricampo

Poi stupore, MERAVIGLIA,
L’emozione che ti piglia
Frena tutto, ti soggioga,
E interrompe il parapiglia.

Ormai è scuro il firmamento
Miro il faro che va a tempo
Brilla a scatti nella notte
Mare Nostrum che fa a botte

Nel frattempo Don Mercurio
Trema sempre più nel buio
Quanto è magro, poveretto,
Tieni, mettiti il berretto.

Ma qui termina la storia
(C’è chi dice che s(‘)affioca)
Del più bravo “meteostrello”
Grande estimator di moka

Orvuàr, bonsuàr, Maestro,
Si lo so, tu sei modesto,
Ma un grazie io ti devo
Aplutard, vai…che ti seguo.

(M. S. 11/2021)

Sabato 13 novembre, Genova sott’acqua

Oggi c’è tutta l’essenza di Genova e del suo deterioramento sociale, urbanistico e politico…

L’abbandono delle campagne, dei boschi, zero politiche di riassetto del territorio e rivi secondari che si trasformano in cascate del Niagara trascinando con sé tutto ciò che trovano lungo il loro tragitto…

Scordatevi i 400, i 500, addirittura gli 800 millimetri di pioggia delle alluvioni passate…

Non siamo più a settembre o all’inizio di ottobre…

Siamo a novembre inoltrato, e certe zone, come il genovesato, hanno già fatto quel pieno d’acqua sufficiente a rendere impermeabili tutti i suoi versanti…

E oggi ne sono bastati un centinaio, localmente anche meno, per trasformare le strade in fiumi e i fondovalle in piscine all’aperto…

E quei rivi, che sembrano impazziti, sono semplicemente rivi abbandonati a zero manutenzione assistita che non riescono più a fare il loro dovere…

Ed è il motivo principale perché gli strilloni della Genova sicura per un buco in più sotto di noi mi fanno paura…

Lo scolmatore servirà per costruire ancora…

C’è ancora tantissimo lavoro da fare…

E i danni del “bum” economico ce li portiamo dietro ad ogni pioggia monsonica…

Fortunatamente sta arrivando la pausa che mi aspettavo…

Ma guai ad abbassare la guardia…

Stasera centro levante in pole…

Domani centro ponente…

Vi lascio con un dettaglio…

Tra le centinaia di foto che mi avete riversato di strade trasformate in fiumi, allagamenti e situazioni idrogeologiche al limite ne ho scelta una che rende e spiega alla perfezione il problema dei versanti e degli allagamenti a valle…

Siamo sulle alture di Genova, la strada che porta verso Sant’Eusebio…

Quella non è la pioggia che vi cade sopra, ma quella che i rivi secondari non riescono a trasportare nel loro alveo sino al Bisagno…
E le conseguenze le abbiamo viste oggi…

Ricordatevelo sempre…

L’acqua marrone per strada non ci deve stare…

Se c’è vale più che qualsiasi allerta…

Orvuar

Come siamo messi male…

Possiamo raccontare tutto ciò che vogliamo…

Possiamo giustificare ogni evento con i cambiamenti climatici…

Possiamo fare spallucce e sentirci impotenti e conseguentemente assolti da qualsiasi colpa…

Possiamo postare immagini, video di immani tragedie ampiamente annunciate…

Possiamo inveire contro la politica…

Contro il governo di turno…

Persino contro la natura…

Che è la Nostra Madre…

A noi, qualche giorno fa è andata di extra lusso…

Un’alluvione in allerta arancione con una gestione dell’evento che neppure negli anni ’70 sarebbero riusciti a fare peggio…

Fortunatamente non abbiamo contato nessuna vittima…

Ma mi piacerebbe tanto sapere quali comunicazioni e con quale frequenza il centro di monitoraggio regionale aggiornava le singole amministrazioni…

Con quali tempistiche le singole amministrazioni recepivano gli aggiornamenti e gli eventuali alert e quali decisioni sono state prese in funzione di quegli avvisi e dell’evento che si stava consumando…

Credo che ognuno di noi abbia il diritto di sapere come funziona la macchina organizzativa in casi come questi…

Insomma, quello che farebbe la magistratura nel caso ci fosse scappato il morto…

Magari poi qualcuno ci viene a spiegare perché l’allerta arancione una volta permette la disputa di una partita di pallone sopra una bomba ad orologeria chiamata Bisagno, un’altra volta provoca esondazioni multiple e assoluzione da ogni peccato…

Perché se Rossiglione, oggi, non è rasa al suolo lo dobbiamo esclusivamente ad un’intensità nettamente inferiore tra Turchino e Masone dove di pioggia ne è caduta un quarto rispetto a quella caduta a valle…

E le immagini che arrivano da Catania sono le stesse identiche immagini che circolavano 10 anni fa nella valle del Fereggiano…
Con gli autobus colmi di persone e l’acqua alta sino al finestrino…

Non c’è niente che funzioni…

Manca la cultura a partire dalle scuole…

Manca una gestione delle allerte, dell’evento in corso e degli allarmi che possa considerare e contenere ogni singola azione da mettere in pratica a partire dal singolo cittadino sino al più alto grado di potere…

Manca l’assoluta volontà di cominciare a trattare la terra che ci ospita come uno dei beni più preziosi di cui dovremmo averne cura ogni sacro santo giorno…
Ed è proprio perché manca tutto questo che due giorni fa avevo auspicato, per quelle zone, un lockdown mirato…

C’è Madre Natura incazzata, fermiamoci un attimo…

Semplicemente perché oggi non possiamo fare altro che fermarci e aspettare che Madre Natura sfoghi tutta la sua rabbia…

E non è neppure finita…

Altra pioggia cadrà in quelle zone nei prossimi giorni…

Abbiamo abusato della nostra terra, l’abbiamo violentata e non solo non sappiamo più tornare indietro, ma non siamo capaci neppure di fermarci…

Vogliamo vincere contro la natura sventolandole in faccia un pannello di colore rosso…

Come siamo messi male…

Le previsioni dei cachi…

Non tutti lo sanno, ma un tempo, i contadini, usavano i cachi, anzi, i semi del caco per prepararsi all’inverno…

Infatti, dentro i semi dei cachi si trovano delle meravigliose posate in miniatura, e a seconda del seme, possiamo trovare una forchetta, un cucchiaio o un coltello…

Anche se, purtroppo, come sta avvenendo per altri frutti, la selezione degli ultimi anni ha puntato a produrre qualità prive di semi, diventati rari da trovare…

Ma dal momento che la maturazione e quindi la raccolta di questo frutto avviene fra ottobre e dicembre, la credenza popolare, tramandata per molti secoli, ha attribuito alle posate trovate all’interno del seme il simpatico compito di prevedere come sarà l’inverno…

Per trovare le posate dobbiamo tagliare a metà il seme per il lungo, aiutandoci con un coltello, e immediatamente ci apparirà il tipo di posata che il nostro seme celava al suo interno…

Ma come interpretarla?

Facile ragazzi, facilissimo…

Il cucchiaio significa che arriverà tanta neve da spalare.

La forchetta indica un inverno mite, senza gelo particolare.

Il coltello è segno di freddo tagliente.

Se ne trovate uno potete coinvolgere i bambini e spiegare loro che quella posata non è altro che il germoglio e la sua forma cambia in funzione del suo stadio di preparazione a uscire ed emettere le prime foglie.

Quindi il nostro coltello, forchettina o cucchiaino non è altro che la giovanissima pianta di cachi, non ancora nata e protetta dal tegumento del seme.
E il colore bianco è dovuto al fatto che il germoglio sta chiuso al buio, e che una volta germogliato, grazie alla fotosintesi clorofilliana diventerà il verde a cui siamo abituati.

Perché questo racconto?

Perché proprio l’altro giorno, col mio amico meteorologo in AM abbiamo giocato a fare una previsione all’antica…

E abbiamo trovato un meraviglioso cucchiaio… ❤

Bonnuì ❤