CHI DI ARENZANO FERISCE DI ARENZANO PERISCE

Caro assessore alla protezione civile, andare in tv per dire che occorre stare attenti a parlare delle allerte perché ci si fa male non è proprio il massimo della comunicazione…

Le allerte sono emanate da un ente pubblico che lavora anche con i soldi pubblici di noi contribuenti…

E si ha tutto il diritto di parlarne…

Se sono una risorsa parliamone…

Se sono una minaccia parliamone lo stesso…

Forse lei non sa che durante il mio personalissimo #ignotur, a cui forse dovrebbe partecipare almeno una volta, racconto di me, della mia passione per la meteorologia e di come l’ho sviluppata da quando ero bambino sino ad oggi…

Racconto delle mie esperienze alluvionali…

Racconto come nascono certi fenomeni

Racconto quali strumenti utilizzare per fare un monitoraggio attento e puntuale…

Dove andare a reperirli e insegno loro come leggerli e interpretarli…

Compresa la vostra, che poi è anche nostra (i soldini ce li mettiamo noi) rete di monitoraggio graficamente discutibile…

Racconto loro della differenza (oltremodo sbagliata secondo me, ma aihmè imposta a livello nazionale) delle due scale di allertamento…

E insegno loro ad osservare, quotidianamente…

Sopra, il cielo e i suoi fenomeni, e sotto, il terreno e il luogo dove abitano…

Ad Arenzano, dove suoi conoscenti hanno cercato di fare il possibile per boicottarmi, è stato un tripudio di persone che avevano solo fame di conoscenza…

Oltre 200 persone inchiodate lì, dalle 8 sino a ben oltre mezzanotte…

E se loro sanno, il Vostro lavoro diventa automaticamente più semplice e meno gravoso…

Ed è per questo che devo ringraziare pubblicamente il sindaco Francesco Silvestrini Sindaco di Arenzano per la splendida organizzazione…

Spero di replicare presto…

Una serata densa di emozioni…

Voi che cercate di accaparrarvi le ultime ignoAGENDE per diventare meteobeline professioniste…

Ed io che autografo l’ignoAGENDA a tutti voi e alla figlia del professor Siccardi, il padre fondatore della protezione civile in Italia e che ho avuto l’onore di conoscere tanti, tantissimi anni fa…

Emozioni a cascata che mi regalate voi, con la vostra presenza e l’affetto con il quale mi travolgete a questi incontri…

Ora tocca a Mignanego…

Sabato 28…

Ve ne parlerò in un post dedicato…

Ma vi aspetto a braccia aperte…

Pis en lov

Siempre ?

CRONACA DI UNA NOTTE DI (STRA)ORDINARIA FOLLIA

Avrei mille cose da dire…

Ma vi chiedo una sola cosa…

Ma vi siete letti in questi due giorni?

Scirocco, travaso, convergenza, pluviometri, radar, millimetri..

Ma quanto siete diventati bravi?

Quanti di voi stanno cominciando a camminare da soli, a saper leggere un evento, a cercare gli strumenti, a guardare un radar, a scoprire i pluviometri della vostra zona?

E poi a condividere, a cercare in mezzo agli altri certezze, conferme, o eventuali smentite…

Io stasera sono davvero felice…

Avete fatto un lavoro incredibile…

Che forse neppure potevate immaginare sino a poco tempo fa…

Avete ribaltato il concetto di autoprotezione di un sistema che vuole farvi calare dall’alto allerte senza darvi le competenze per comprendere ciò che realmente poi accade…

Autoprotezione passiva che diventa autoprotezione attiva…

Brave e bravi tutti!!!

Pensate…

A Rapallo, ieri sera, pioveva quasi nulla…

Il pluviometro più vicino al paese segnava 5, forse 6 millimetri…

In paese, le persone ignoravano cosa stesse accadendo a monte…

Proprio su monte di Portofino…

Il bacino dal quale attinge l’acqua il Boate…

Accumuli già a tre cifre…

Giù in paese il nulla…

Guardo il radar…

La linea di convergenza è come sempre piegata trasversalmente…

Da sud-ovest verso nord-est…

Come la barra della tastiera sopra il 7…

La traiettoria era Recco nella parte bassa, il monte di Portofino nella parte alta…

Rapallo città praticamente saltata…

Recco si allaga…

Il torrente omonimo arriva forse a meno di mezzo metro dall’esondazione…

La furia del Recco mi distrae…

Poi riguardo bene il radar e scrivo un post in fretta e furia…

Occhio al Boate…

Ma a Rapallo non piove quasi…

L’acqua, dentro il Boate, ci arriva da monte…

Mi catapulto immediatamente nella rete locale di monitoraggio meteorologico del comune di Rapallo…

Che la regione, qui, ha solo pluviometri e nemmeno un idrometro…

Le cumulate sono insindacabili, indiscutibili e implacabili…

Oltre 100 millimetri a monte, appena 5 giù in città…

Il Boate registra 1.55 metri di altezza…

Sono le 23.15…

E’ già tanta roba…

Oramai guardo solo quello…

In dieci minuti quel metro e mezzo diventa 2 metri e 2 centimetri…

Sono le 23.30…

Comincio freneticamente a condividere ciò che stavo osservando con chi, privatamente, mi stavo confrontando…

Conosco chi ha progettato e costruito quella rete di monitoraggio…

Cerco anche lui…

Nel frattempo la linea di convergenza slitta leggermente verso levante, abbandonando Recco e piantandosi proprio sul Promontorio, lato Tigullio…

Il Boate continua a salire…

Ci sarebbero già le condizioni per far suonare una sirena e chiudere tutte le strade, i ponti e le vie d’accesso…

Pochi minuti dopo, sono le 23.35 il Boate registra un’altra ondata di piena e l’idrometro segna 2.50 metri di altezza…

4 minuti più tardi, sono le 23.39, supera i 3 metri…

Si cerca di capire e di ricordare quanto siano alti gli argini…

Intanto la struttura temporalesca fa ancora un passetto avanti verso levante…

Alle 23.42 mi arriva un video…

Il Boate fa davvero paura…

Lo posto subito qui, nella “nostra” pagina…

Un minuto dopo l’idrometro registra un incredibile 3 metri e 22 centimetri…

Sino al picco massimo di 3.32 toccato alle 23.55…

Linea di convergenza che finalmente abbandona definitivamente il Promontorio e si spinge sino al chiavarese…

Un minuto dopo la mezzanotte, l’idrometro registra il primo calo sensibile dell’onda di piena e il Boate scende sotto quota 3 metri (2.99) e la città è salva…

E un lungo sospiro di sollievo ci accompagnerà fuori dallo scampato pericolo…

Grazie Simo ?

#IONONDELEGO

Ignotur docet…

Le quasi tremila meteobeline, vecchie e nuove, che hanno partecipato a una sola delle mie tappe sanno di cosa stiamo parlando…

Ai piani alti, chi prova a mettermi i bastoni fra le ruote non ha capito un cazzo…

Lo hanno capito anche i sindaci che mi hanno invitato…

“Non sono preoccupato per l’allerta, fase durante la quale devo attivare millemila pratiche burocratiche, gestire le squadre di pronto intervento e di monitoraggio e la comunicazione ai cittadini…

La mia vera preoccupazione è la fase di allarme…

Quando gli strumenti in mio possesso mi dicono che l’evento si sta materializzando sopra la mia testa, nel mio comune, all’interno del mio territorio…

Quello è il momento in cui devo pregare e sperare di avere il numero minore possibile di cittadini per la strada…”

Sono state queste le parole di uno dei sindaci che mi ha invitato, accolto e con cui abbiamo cenato un’ora prima della tappa dell’ignotur…

E quante più persone sono in grado di riconoscere i segni del tempo, quante più persone sono in grado di sapere cosa sia un pluviometro, dove osservarli e come leggerli, cosa sia un idrometro, dove osservarli e come leggerli, e cosa sia un radar, dove osservarlo e come leggerlo avremo certamente fatto autoprotezione attiva e non passiva…

Imparare a saper riconoscere un fenomeno potenzialmente pericoloso significa non solo salvare la propria vita e quelle dei propri cari ma agevolare il lavoro di tutti…

Di chi poi deve operare sul campo e garantire l’incolumità delle persone che, giocoforza hanno aperto il negozio, sono a far la spesa, hanno portato le medicine al parente anziano, recuperato i bambini a scuola o sono andate semplicemente a lavorare…

Perché non si ferma il mondo sotto allerta…

Ma dovrebbe fermarsi quando scatta l’allarme…

Ma niente, c’è ancora qualcuno che non l’ha capito e si permette di sbattere i piedi come un bambino capriccioso al cospetto di sindaci inconsapevoli inducendoli a non invitarmi…

Persone più preoccupate della mia attività che di quello che dovrebbero fare loro…

Gente che vi considera capre ignoranti che non capiscono un cazzo…

Che se andate al mare in una giornata di sole con l’allerta gialla clamorosamente toppata per eccesso, merita di andare in difficoltà in caso contrario, quando l’allerta viene sbagliata per difetto, o quando addirittura è coerente con ciò che effettivamente avviene…

Il risultato non cambia mai…

Allerta massima il 4 novembre del 2011, 6 morti…

Allerta massima in Emilia Romagna quest’anno, 16 morti…

Vi diranno che questo è il prezzo da pagare all’urbanizzazione, alle comodità sotto casa, allo sviluppo economico e demografico del paese, alla crescita dell’aspettativa di vita degli ultimi 30 forse 40 anni…

L’ho sentito dire con le mie orecchie…

Ed è per questo che quanto più impariamo da soli a riconoscere i segni e i segnali che ci da Madre Natura, quanto più eviteremo di delegare completamente e totalmente la nostra vita nelle mani di qualcun altro…

Scusate, ma ce l’avevo lì, nel groppone…

E lo scenario meteorologico delle prossime 72 ore, sebbene non abbia ancora alcuna certezza e le fattezze di un disastro annunciato merita in ogni caso tutta l’attenzione possibile…

Se poi, questa terribile roulette russa con la quale tutta l’area del Mediterraneo deve fare i conti oramai quasi tutto l’anno avrà sparato a salve ne saremo tutti estremamente felici…

#iononrischio va benissimo

#ionondelego va ancora meglio

Da sempre libero, da sempre controcorrente…

Bonsgiur

igno

IGNOTUR RECCO

(cronaca di ordinaria follia)

Credo sia giunto il momento, a bocce ferme, di ringraziare il sindaco di Recco Carlo Gandolfo Sindaco e tutta la Pro Loco Recco per una serata davvero incredibile, pazzesca…

Organizzata meravigliosamente, in una sala stipata in ogni centimetro quadrato e persino una galleria in cui si sono assiepate decine di meteobeline che non hanno trovato posto in platea…

Non credevo, in vita mia, di arrivare a passare oltre un’ora seduto a fare il firma copie di un progetto che è solo agli albori…

Un bagno di folla che non dimenticherò mai…

Un affetto incredibile che ha creato un’atmosfera davvero elettrica e coinvolgente e che ho cercato di ripagare con oltre tre ore e un quarto che nemmeno i rolling stones nel loro momento migliore sarebbero riusciti a fare… ???

Ma i veri eroi siete stati voi, seduti, forse inermi, forse tramortiti ??? dalla mia “logorroicità” ma oramai lo sapete, sono argomenti che se sviscerati uno ad uno ci vorrebbe un anno intero…

E non mi fermerei mai…

Ora sotto ad Arenzano, il 20…

E occhio, perché a Recco ho avuto anche momenti di onnipotenza e sono salito in piedi sul bancone con l’idea di lievitare… ?

Non vorrete mica fare brutta figura con quelli del levante… ?

Grazie, davvero…

E di cuore… ❤️

L’ennesima tragedia annunciata?

Al di là dei rischi…

Al netto del fattore rischio, che ogni sport presuppone…

Occorre prendere atto che non solo il clima è cambiato…

Ma che certe pratiche, certi percorsi, certe avventure così come si facevano qualche decennio fa non sono più fattibili…

Ce ne dobbiamo rendere conto noi…

Se ne devono rendere conto tutti coloro che gestiscono certe “attrazioni” che attrazioni non lo sono più…
Non conosco la Marmolada…

Ma non mi serve conoscerla…

Avete presente quando si discute di anticiclone delle Azzorre e anticiclone Subtropicale…

Sono due strutture che hanno caratteristiche molto diverse fra loro…

La perseveranza alle nostre latitudini dell’anticiclone Subtropicale in luogo di quello delle Azzorre, crea i peggiori effetti soprattutto in quota…

Vi mostro due mappe…

Sono riferite a questa notte…

Nella prima si vede perfettamente l’enorme pallone anticiclonico, quello delle Azzorre, stagliarsi in mezzo all’Oceano Atlantico e che prova ad allungare, proprio come accadeva un centinaio di anni fa, la sua influenza verso la parte occidentale del continente europeo…

Nella seconda potete osservare le temperature dei due anticicloni a circa 1500 metri di quota…

Possono raggiungere anche 12/14°C di differenza…

Ovviamente, la differenza termica al suolo non è e non può essere così rilevante, perché terra ferma e superfici marine si riscaldano principalmente per l’influenza dei raggi solari e non per le differenti temperature in quota…

Molto diverso, invece, ciò che accade sulle nostre Alpi…

Che subiscono, ormai da decenni, l’invadenza sempre più frequente di un anticiclone che ha la terribile caratteristica di essere molto caldo anche in quota…

Ricordate gli oltre 20 gradi a cavallo di Capodanno a oltre mille metri di quota?

C’era l’anticiclone africano…

Non quello delle Azzorre…

E l’aria, nei due anticicloni, è talmente differente da un punto di vista termico che anche la pressione al suolo ne risente…

Con l’anticiclone africano (aria calda e quindi più leggera a tutte le quote) si fa fatica a superare la soglia dei 1015/1020 millibar…

Con l’anticiclone delle Azzorre (aria in quota più fredda e dunque più pesante) si possono raggiungere valori anche superiori ai 1035 millibar…

Gli assetti sono cambiati…

E le medie fregano…

Se è vero che il pianeta mette in riga aumenti nell’ordine del grado in più ogni anno, ci sono ovviamente zone dove addirittura potrebbe persino fare più freddo rispetto a prima, ma zone dove l’aumento termico, proprio in virtù di dinamiche differenti possono essere notevolissime…

E in quota, questo meccanismo, è ancora più esasperato…

Impossibile non accorgersi di cosa stia avvenendo…

Impossibile non accorgersi della condizione drammatica in cui versano i nostri ghiacciai almeno da una trentina d’anni a questa parte…

Vorrei sbagliarmi, per davvero, ma ho come l’impressione che il fermo covid abbia tappato la vista e il cervello di chi organizza questi viaggi della morte…

Non pubblico il video per rispetto delle vittime…

Mi limito alle due mappe…

Con l’Azzorre che a circa 1500 metri di quota oscilla fra 8 e 12 gradi mentre l’Africa raggiunge valori compresi fra 18 e 24 gradi in tutta l’area mediterranea…

Forse più esaustive, certamente più lungimiranti…

Ari-sigh

Vita dura per le ciclabili…

Mi è bastato leggere un articolo…

Qualche giorno fa, quasi al volo…

E qualche decina di commenti…

Non di più…

Oggi saranno già centinaia, forse migliaia…

Ma mi è bastato leggerne una manciata…

Un viale di Genova, Brigate Partigiane, e la sua nuova ciclabile…

Via le macchine, anzi no via le aiuole, anzi no via i posteggi, anzi no via le biciclette…

Ma chi le usa le ciclabili…

E mentre ci scanniamo tra di noi, un pezzo alla volta, senza nemmeno che ce ne accorgiamo, ci portano via un pezzo di città, anzi no, scusate, ci portano via un pezzo di futuro…

E senza che ce ne accorgiamo, ci sembra tutto normale…

Come quando coprivano il Bisagno negli anni ’30, come quando costruivano scriteriatamente negli anni ’60…

Ho qui l’Atlante dell’istituto geografico De Agostini…

Quello della mia comunione, stampato nel 1980…

Leggo…

Genova, ottocentotredicimila e duecentocinquantasei abitanti…

Prima dell’anno 2000 saremo un milione…

Ci dicevano…

Oggi siamo poco più di 560mila…

Abbiamo perso oltre 250mila abitanti…

Provando a fare i conti della serva, ogni giorno siamo mediamente 16 persone in meno…

Cazzo, dovremmo stare meglio…

Più spazi, più servizi, più comodi, meno intasati e tutto decisamente più salubre, più vivibile…

Più paese e meno città, meno metropoli…

E invece stiamo peggio…

Meno spazi, meno servizi, meno comodi, più intasati, e tutto decisamente meno salubre e meno vivibile…

Non c’è una sola area dismessa, di quelle che 30, 40 o 50 anni fa ci sembrava normale, ci sembrava utile, e magari lo è anche stata, in nome del lavoro, che venga riconvertita in area pubblica, verde o green come va di moda chiamarla oggi…

Aree commerciali per gente che non c’è più…

Duecentocinquantamila abitanti in meno…

Chiudono i negozi, le banche, gli uffici postali, persino le scuole…

E non appena si libera un’area, si libera uno spazio, si apre un’occasione, è subito gara, anzi è subito asta alla concessione, all’incasso…

Mica al futuro…

Bisogna fare più figli, bisogna ripopolare la città…

Ci dicono…

Forse per allattarli alla basko, popparli alla coop, svezzarli al bricoman, e farli giocare all’esselunga…

Rigorosamente in auto, incolonnati uno ad uno, perché si sa, Genova e la Liguria non è terra per ciclisti e per pedoni…

Se non hai la macchina dove vuoi andare…

Ci dicono…

Abbiamo permesso che pennellassero la città di rosso, così, a cazzo…

Con ciclabili da roulette russa, in mezzo alle corsie degli autobus, incastonate tra i parcheggi delle auto e la sede stradale di percorrenza…

Si narra che fummo quasi obbligati…

C’era una pioggia di soldi che arrivava dall’Europa…

Po’ esse…

Ora però ci vuole un grande progetto…

Non una strada, un viale, un marciapiede…

Non un pezzo di città o un pezzo di Liguria…

Non c’è più spazio per la siderurgia, la metallurgia, non esiste più il triangolo industriale, quello del boom economico, quello che giustificava ogni cosa e che ha giustificato anche ogni nefandezza…

Quello per cui tutto ci sembrava normale, giusto e necessario…

A me piace sognare…

Da eterno insoddisfatto quale sono…

E sogno una Liguria completamente calpestabile in bicicletta, o a piedi, perché no…

Da Ventimiglia a Sarzana, passando per le città, per i paesi che si affacciano al mare, per le scogliere che disegnano le nostre coste, in un unico lunghissimo e meraviglioso tapis roulant arricchito di ostelli, di punti ristoro, piccole officine artigianali e un nuovo concetto di vivere la nostra terra…

Sogno una città che apra i suoi spazi, che non perda l’occasione per creare verde godibile e fruibile…

Sogno una città che metta al primo posto una viabilità alternativa e sicura, che metta in collegamento le sue vallate con un centro cittadino finalmente libero e calpestabile…

Sogno una città che venga attraversata da quel tapis roulant che deve essere steso senza soluzione di continuità dal confine dei senza bidè al confine dei senza c…

Per sradicare i nostri figli e i figli dei nostri figli dai divani e dai cellulari…

Per dare nuove opportunità, per creare una mentalità diversa, abitudini diverse e stili di vita completamente diversi…

Perché se costruiamo più strade avremo semplicemente più traffico…

E le città, così come le abbiamo concepite sessant’anni fa, in una terra come casa Liguria non hanno più senso di esistere…

Pensateci…

E se oggi fossimo davvero un milione di abitanti?

Esattamente il doppio di quanti siamo…

Se porto, Italsider e tutto il loro indotto non avessero subito il declino a cui abbiamo assistito, quanto saremmo cresciuti ancora, quanto avremmo dovuto costruire ancora…

Nuove strade, nuove colline sventrate…

Staremmo davvero qui a scannarci se la ciclabile di viale Brigate Partigiane è meglio farla a destra, a sinistra, al centro, sopra o sotto il marciapiede, prima o dopo i parcheggi?

Genova…

Con le sue meravigliose vallate trasformate nel cestino della spazzatura di tutta la città…

Aree dismesse che vengono rigorosamente e immediatamente trasformate in aree commerciali o in nuove abitazioni per gente che non c’è più…

Lo so, vado controcorrente…

Penso all’ex mercato della frutta…

E’ stato il mio primo lavoro…

Appena uscito dalla maturità, mi sono inventato besagnino…

Lì dentro ci entravo alle 2 di notte, per scegliere i migliori prodotti della terra per rivenderli al mercato…

Oggi, a distanza di trent’anni, ci andiamo a prendere l’aperitivo o a consumare una pizza…

Perché un mega parco giochi, qualche albero e un campetto facevano brutto…

E bisogna manutenerli…

Invece i ragazzi col cellulare a casa, stravaccati sul divano e sui loro letti non costano nulla…

Perché un parcheggio per liberare il marciapiede centrale e accompagnare pedoni e ciclabile dai quartieri interni verso quella ciclabile a mare che dovrebbe attraversare tutta la Liguria, città comprese, non fanno quella metropoli del consumismo a cui vogliamo a tutti i costi assomigliare…

Lo spritz prima di tutto…

Perché i posti dove consumarlo mancavano…

I ragazzi, invece, a casa, che fuori è pericoloso…

Però devo dire la verità, la nuova caserma di Molassana è molto bella…

Sigh…

Una poltrona per due…

Ogni tanto divago, lo sapete…

Così, per il gusto di fare della facile demagogia…

Ma cazzo, ve ne siete accorti che in meno di 24 ore, dalla sera alla mattina, ci han rubato 10 centesimi in più alla pompa di benzina?

Almeno una volta, per fare speculazione, rubavano il report segreto del concentrato di succo d’arancia congelato…

Winthorpe e Valentine se lo giocavano in borsa e diventavano ricchi inculando i fratelli Duke…

Ora, invece, ce la fanno spudoratamente sotto il naso…

Una sera qualsiasi di fine maggio dichiarano l’embargo del petrolio russo…

Mica subito però, a gennaio 2023…

E il giorno dopo, ogni pieno ci sta già costando 5 euro in più…

Alla faccia dei Futures…

Poi, però, aboliamo (stra)giustamente la plastica ove possibile…

Al bando bicchieri, piatti e cannucce…

Solo di materiale compostabile, che dura un cazzo e costa il triplo…

E mi domando, ma è un’economia in funzione di chi e di cosa?

Non vi sentite anche voi un po’ come i fratelli Duke?

O sono io che son diventato improvvisamente troppo complottista?

Vabbè, torno al meteo e alla mia amata Madre Natura, che è meglio…

L’informazione generalista

L’informazione generalista non mi piace…
Men che meno se parliamo di meteorologia…
Anche perché quando parliamo di meteo e di previsioni sembra che la Liguria quasi non esista…
E invece esiste e la stragrande maggioranza delle volte, con le analisi generaliste e generalizzate che si fanno per il nord Italia non c’entra quasi mai una cippa…
Abbiamo un clima tutto nostro…
Condizionato dai monti, dal mare e dalla forma arcuata che ne accentua i microclimi…
Lo impariamo ogni giorno…
Stamattina mi è capitato di ascoltare Sottocorona, in tv, a La7…
Meteorologo che stimo, ma che anche lui, troppo spesso, cade nella trappola del generalismo incontrollato…
Mostrava la carta delle temperature previste per quest’oggi…
Commentando il fatto che al nord cominciavano ad apparire, tra i valori minimi mattutini, ampie zone prossime ai 10 gradi…
Sostanzialmente in linea con le medie del periodo…
Diceva lui…
Completamente ignaro di ciò che stava accadendo in Liguria, con le minime, lungo la costa, dove vive probabilmente il 90% della popolazione ligure, che già oscillavano, alle 6.30 del mattino, fra 14 e 19 gradi…
Il commento alle massime, poi, ha nuovamente ignorato ciò che sarebbe accaduto da lì a poche ore a casa Liguria…
Vedete, proseguiva il Sottocorona, i valori massimi stanno crescendo un po’ alla volta, ma molto lentamente e cominciano ad apparire alcune zone in giallo scuro, quasi arancione, dove i termometri potrebbero raggiungere e in qualche caso superare i venti gradi…
E la Liguria non sembrava tra quelle…
Ignorando, di fatto, il fenomeno della compressione, peraltro già ampiamente diffuso sin dalle prime ore della notte e che noi abbiamo disegnato con quasi 48 ore di anticipo nella previsione di martedi sera…
Quella compressione che ha portato tre quarti di Liguria a registrare massime oscillanti fra 24 e 27 gradi…
Così, per dire…
Mi spiace, mi spiace perché Sottocorona non solo è un bravo meteorologo, ma è anche un bravissimo divulgatore…
E mi spiace per la nostra terra…
Che sarà anche piccola, stretta e quasi insignificante, ma che conta una milionata e mezzo di abitanti e che meriterebbe, a livello nazionale, un’informazione un pelino più precisa…
Ma niente, non ce la fanno…
Spiace…

Quel 22 febbraio, tra tribunali e assoluzioni

Oggi è il 22 febbraio…
E come abbiamo ricordato scherzandoci un po’ su è data palindroma…
Insomma, se la si legge al contrario non cambia…
Ma è anche una data per me molto importante…
Il 22 febbraio di 4 anni fa venivo ascoltato in qualità di teste della procura sull’evento tragico del 9 ottobre del 2014, serata nella quale esondò il Bisagno e morì una persona…
Non fu la mia prima volta in tribunale…
Conobbi la pressione e lo stress di un lunghissimo interrogatorio anche qualche anno prima, in qualità di teste di parte, chiamato da papà Marco che perse sua figlia durante l’ancora più tragica alluvione del 4 novembre 2011…
Nel 2011, imputata di quei tragici eventi fu l’allora sindaca Vincenzi e tutta la banda che gestì nel peggior modo possibile un’alluvione praticamente annunciata…
Eravamo in allerta massima e ne venivamo dalle 13 vittime piante appena 10 giorni prima tra val di Vara e 5 Terre…
Nel 2014 le cose andarono in maniera un po’ diversa…
Il forte temporale del giorno prima, la previsione drammatica per il giorno successivo e persino gli allagamenti della mattina stessa con oltre 150 millimetri di pioggia già scaricati sul capoluogo genovese non fecero accendere nessun semaforo in regione…
Nessuna allerta fu diramata…
Solo la volontà, la tenacia e la competenza di un amico, dipendente del comune di Genova, riuscì, nonostante la protezione civile regionale capitanata da una certa Minervini che, dalle sue stesse dichiarazioni e dalle sue stesse ammissioni in fase di interrogatorio, non aveva la benchè minima competenza in materia di protezione civile, meteorologia e rischio idrogeologico, a far aprire il COC in comune al fine di fare sorveglianza meteorologica il giorno 9 ottobre…
Purtroppo servì a nulla…
Alle 18, o giù di lì, arrivò il bollettino rassicurante di Arpal…
Il COC venne chiuso, il numero verde di protezione civile comunale (e non regionale) fu definitivamente spento, Doria (sindaco di Genova) andò a teatro, la Paita (assessora alla protezione civile regionale) era a Villanova d’Albenga…
Io, alle 19, ero a Borgo Incrociati…
A parlare di alluvioni e di sorveglianza meteorologica e idrogeologica dentro un ristorante sotto il livello stradale…
Me lo ricordo come fosse ieri…
Eravamo preoccupati e dentro il cellulare non prendeva…
Uscivamo ogni 10 minuti per controllare gli acquazzoni che si facevano sempre più forti e sempre più frequenti…
Si guardava il radar con profonda preoccupazione…
Poi, intorno alle 20.30 la decisione di venir via…
E la preoccupazione negli occhi di quelle ragazze che gestivano quel ristorante che avevano appena finito di raccontarci quanto fosse stato duro e difficile rialzarsi dopo l’alluvione del 2011…
Arrivo a casa…
Con grande difficoltà…
La tempesta d’acqua, quella definitiva, quella che avrebbe ucciso un innocente arrivò prima di me…
Mi rintano dentro le mura sicure di casa mia, osservo il radar e cerco di mettermi in contatto con il numero verde di protezione civile del comune di Genova…
Niente…
Come detto prima, il COC fu chiuso anticipatamente…
E con lui il numero verde…
Si monitorava le centraline, i pluviometri…
Fu un’escalation disarmante…
Impotente…
Non si poteva fare altro che osservare i numeri di quei millimetri di pioggia che salivano ad ogni minuto…
Alle 21 o giù di lì esondano lo Scrivia e il rio Carpi a Montoggio…
Dopo che al mattino era esondato l’Entella alla foce…
I minuti passano e il radar è impietoso…
Temporale autorigenerante incastonato in val Bisagno…
Il primo sms arriva dopo oltre due ore…
Erano le 23 abbondantemente passate…
Ma il Bisagno è già esondato…
E l’allerta arriva il giorno dopo…
Il resto è storia…
Si mette in moto la macchina giudiziaria…
Vengo chiamato più volte…
L’ultima il 22 febbraio di 4 anni fa…
Paita assolta…
Persino la Minervini…
Esattamente un anno fa, il 22 febbraio del 2021…
La notizia passò sotto silenzio…
La pandemia ha divorato e fagocitato qualsiasi altra notizia…
Una ferita che mi porterò dentro per sempre…
Anche se le sentenze si rispettano, non v’è alcun obbligo nel condividerle…
E proprio 4 anni fa, quando questa pagina non esisteva ancora scrivevo queste righe, proprio il giorno in cui scattai questa foto poco prima di entrare nell’aula di quel tribunale che riuscì ad assolvere tutti…
22 febbraio 2018
Dopo un’ora e mezza di interrogatorio del pubblico ministero l’unica cosa che è stata in grado di chiedermi l’avvocato della Minervini (all’epoca dei fatti funzionario della protezione civile regionale) se confermavo l’intervista rilasciata a Repubblica l’11 ottobre del 2014 che riporto qui di seguito.
Il giudice non voleva neppure che rispondessi, ma ho dato soddisfazione lo stesso all’esimio avvocato…
Come è andata?
25 secondi dopo aver abbandonato l’aula mi è arrivato un SMS di un avvocato che sta combattendo la stessa battaglia.
C’era scritto “Grande Gianfranco, mi dicono che ti sei battuto come un leone!”
Culturalmente parlando, invece, siamo ancora tanto indietro, tantissimo!
Ecco l’articolo che mi ha sventolato in faccia la protezione civile…
Flop meteo, Protezione civile sotto accusa
GENOVA .
«Il modello previsionale non ha funzionato. È la prima volta in dieci anni. Qualche volta i previsori, nel dubbio, hanno proclamato delle allerte a cui non sono corrisposti i fatti, ma hanno sempre annunciato correttamente i fenomeni, compresi i più gravi». Così il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, ha preso le difese dell’Agenzia per l’ambiente (Arpal), accusata per la mancata previsione dell’alluvione di Genova. Dichiarazioni assolutorie, che hanno provocato reazioni pesantissime.
In prima fila l’Associazione ligure di Meteorologia, da anni impegnata sul fronte della divulgazione e che ha molto spesso anticipato le analisi degli organi ufficiali. «È falso dire che l’evento fosse inatteso e imprevedibile », accusa il suo presidente, Gianfranco Saffioti, il quale chiede la rimozione della responsabile del Centro meteo idrologico della Protezione civile, Elisabetta Trovatore, per aver sostenuto che «i modelli matematici non hanno evidenziato alcuna situazione di allerta ». Al contrario, secondo Saffioti, «l’evento meteo è cominciato giovedì mattina col temporale auto-rigenerante che i radar hanno mostrato per ore sul Golfo di Genova e con le precipitazioni crescenti, evidenziate dalle reti di rilevamento. L’Arpal ha apparecchiature ben più tecnologicamente avanzate di quelle di noi appassionati. Quanto stava per accadere noi l’abbiamo previsto; che il Bisagno stesse per straripare era chiarissimo, ma ancora 40 minuti prima della rottura degli argini il numero verde della Protezione civile risultava inattivo». Di più: il primo sms dello stesso organo è arrivato sui cellulari di molti genovesi soltanto alle 23.19: “Prestare massima attenzione in area Val Bisagno. Forti precipitazioni e possibili esondazioni”. Ma il torrente era già straripato da tre minuti, provocando la morte di un uomo. Lucio Ubertini, esperto di rischi idro-geologici del Cnr, spalleggia la tesi dell’Arpal: «Non si può parlare di mancata allerta meteo, sono eventi che non si possono preannunciare». Ma è smentito dai fatti. Nel primo pomeriggio di mercoledì scorso il dispaccio della Società Meteorologica Italiana di Luca Mercalli chiaramente evidenziava la prevedibilità di quanto accaduto: “Sulla Liguria, in particolare tra Genova e Sestri Levante, si avranno per diversi giorni e a ondate rovesci e temporali di notevole intensità, con apporti di pioggia copiosa. La persistenza di questa situazione, determina un elevato rischio di allagamenti, dissesti e situazioni alluvionali, e potrebbe prolungarsi, con alcune pause, fino a domenica lunedì”. Una prospettiva, quella riguardante l’inizio della prossima settimana, su cui concorda l’Associazione ligure di Meteorologia, che nel bollettino emesso ieri sera a firma Paolo Bonino, annuncia da domani pomeriggio “temporali anche forti sul Centro-Ponente della Liguria in moto, lunedì, verso il Levante”. Prognosi su cui, per ora, Arpal tace, limitandosi alle previsioni che hanno portato all’Allerta2 valida sino alle ore 12 di oggi.
Conclude amaramente Gianfranco Saffioti: «La meteorologia è una professione di strada, non un settore in cui ci si può permettere di sentirsi una casta. Perché gli errori sono pagati dalla gente».
Dopo qualche giorno, o forse il giorno dopo, non ricordo, mi arrivò la telefonata di una di quelle ragazze che gestiva quel ristorante…
“Grazie, grazie perché la tua presenza e la tua preoccupazione quella sera ci ha fatto capire il rischio che stavamo correndo. E qualche minuto prima che il Bisagno esondasse abbiamo mandato via i 15 clienti che stavano finendo di mangiare e siamo fuggiti via. L’acqua ha riempito i nostri locali sino al soffitto.”
Qualche mese dopo, alcuni ufficiali di polizia giudiziaria condiviserò con me un pensiero comune…
“Fosse esondato qualche ora prima sarebbe stata una mattanza…”
Ecco, per me, oggi, al di là dell’imperitura voglia di scherzare, alleggerire e raccontare Madre Natura come piace a me, il 22 febbraio è un giorno di profonda tristezza…

Ciao Achille…

Non so davvero da dove cominciare…

Oggi, nella sua Sanremo, se n’è andato un amico…

Non un pezzo, ma un pilastro della meteorologia di casa nostra…

Duro, tenace, maledettamente permaloso, ma straordinariamente competente e altruista…

Sempre disponibile…

Abbiamo condiviso un percorso lungo vent’anni…

Fatto di passione pura, limpida, cristallina…

Sei stato il mio maestro…

In tutto…

Sei stato un comunicatore sempre fuori dagli schemi…

Mai cattedratico, mai scontato…

Mi hai insegnato che saper comunicare poche cose è mille volte meglio che conoscere tutto e non saperlo raccontare…

Abbiamo combattuto insieme mille battaglie…

Sistema compreso…

Prima di me, prima di tutti, e contro tutti…

Quando ancora, unica in Italia, regione Liguria si ostinava a codificare le allerte in numeri, portavi avanti il tuo credo, le tue convinzioni, la necessità di utilizzare i colori per meglio identificare gli stati di pericolo per gli eventi estremi…

Lo hanno fatto…

Un secolo dopo…

E sono riusciti a farlo nel peggiore dei modi…

Ma è sempre stato così…

Ciò che per noi era preistoria, per loro era fantascienza…

Ma non hai mai mollato…

E mai ti sei piegato al sistema…

La tua gente ti amava proprio per questo…

Io ti ho amato proprio per questo…

Avrei da raccontare mille episodi, una vita intera a guadare le nuvole, il tuo mare, a fare previsioni, ad andare insieme nelle scuole ad insegnare ai bambini le magnificenze di Madre Natura…

Ci siamo conosciuti vent’anni fa…

In un forum di meteo appassionati…

Il mio nick era jeykappa…

E dopo vent’anni mi chiamavi ancora così…

In pubblico, al telefono, ovunque…

Mi porto dentro momenti indimenticabili…

Come l’incredibile convegno organizzato nel 2009 nella splendida cornice del casinò della tua Sanremo, con Giuliacci figlio e l’immenso Guido Caroselli…

E quella sera, la cena tutti insieme…

Quel ristorante trasudava di passione…

Ed io, ospite privilegiato, al tavolo con il compianto Gallino, previsore di arpal e Caroselli, ultimo capitano della straordinaria stirpe dei meteorologi di Aeronautica Militare, che sostituì Edmondo Bernacca, rimasi incantato da tanto sapere, da tanta umiltà, da tanta passione…

Un regalo che non dimenticherò mai…

Come quando, quella volta, sbagliasti clamorosamente la previsione…

Eri socio onorario di limet e previsore aggiunto ad una squadra straordinaria…

Mi presi io la responsabilità di chiamarti…

Kiki, cazzo, hai messo neve ovunque…

E tu, che mi conoscevi bene, e sapevi quanto bene ti volessi, ti sei fatto correggere quel bollettino, quei simboli, ammettendo che ti eri fatto prendere un po’ la mano…

Genuino, ruspante con un amore grande, immenso…

Ed è per questo che ogni volta che mi hai chiamato ho risposto sempre all’appello…

Come nell’agosto del 2020…

In pieno agosto, proponendomi l’ennesima tua follia meteorologica…

Che tempo farà a Natale?

Io, te e Giovanni, tuo erede naturale in quel ponentissimo che proprio oggi gode di quello Scudo Spaziale che mille e mille volte hai saputo raccontare e prevedere alla tua gente…

E ti voglio ricordare così, con quella foto di appena un anno e mezzo fa…

Io, te e Giovanni…

Perché anche per te, la meteorologia era prima di tutto condivisione e mai competizione…

Mancherai cazzo, mancherai come il pane…

E mancherai terribilmente anche a me…

Ciao Achille… ❤️

JK