Troppo ghiotta l’occasione per non parlarne. Anche perchè da ormai tre settimane non facciamo altro che parlarvi di convezione, instabilità e temporali ma non tutti sanno il minimo indispensabile per saper riconoscere certi fenomeni.
Partiamo da un concetto base, l’aria instabile è quella che tende a sollevarsi dal basso verso l’alto in un ambiente intorno a se tendenzialmente più freddo.
Il sollevamento dell’aria provoca il suo raffreddamento. L’aria mentre si raffredda riduce il movimento delle sue molecole e di conseguenza dei suoi spazi “vuoti” tra una molecola e l’altra. Meno movimenti molecolari, meno spazi vuoti, meno spazi in cui contenere il vapore acqueo. E si arriva al punto di condensazione, cioè quel momento in cui l’aria che sale verso l’alto si raffredda a tal punto che non riesce più a “nascondere” al suo interno il vapor acqueo che è costretto a “rendersi visibile” sotto forma di micro goccioline d’acqua.
Lo spiegone della formazione delle nubi è fatto!!! Semplificato al massimo ma è fatto !!!
Inoltre il sollevamento può avvenire in molti modi. Forzato, quando ad esempio una massa d’aria incontra un ostacolo come una catena montuosa. Il flusso d’aria è costretto a sollevarsi e viene indotto il meccanismo di cui sopra.
Se l’aria è secca la quota condensazione ovviamente è molto alta, se l’aria è umida la condensazione avviene a quote molto basse (vi dice nulla la macaja???).
Ma spesso, senza bisogno di un ostacolo, accade semplicemente che l’aria, in un determinato luogo, tende a surriscaldarsi maggiormente rispetto all’ambiente circostante. L’aria calda si espande e quindi risulta meno densa e più leggera e tende a salire creando il fenomeno della convezione e dei temporali che stanno funestando la Pianura Padana, le Alpi e gli Appennini.
In questi giorni, più volte, vi ho parlato di un debole flusso orientale in entrata dall’Adriatico nella Pianura Padana con direzione est-ovest.
Perchè il Piemonte è la regione più bersagliata?
Per un doppio motivo, Il riscaldamento del suolo, in questo periodo dell’anno è piuttosto importante e il flusso umido da est è come se immettesse carburante alla convezione già di per sé caratteristica peculiare di questo periodo dell’anno della Pianura Padana.
Inoltre la mancanza di una vera e propria struttura alto-pressoria amplifica la salita verso l’alto delle bolle d’aria calda che si formano sia in Pianura che sui monti, dando luogo a fenomeni instabili e temporaleschi anche piuttosto forti.
Non solo, ma le correnti in entrata dal Veneto e dall’Emilia Romagna in Pianura Padana dove vanno a finire? Sbattono contro le Alpi Occidentale e gli Appennini innescando quel sollevamento forzato di cui vi parlavo poc’anzi.
Ora guardate con attenzione l’immagine allegata. Si tratta del lago di Garda visto dall’alto. Si vedono parecchie nuvolette, che altro non sono che piccoli e medi cumuli dovuti al flusso umido da est e al sollevamento di tante bolle d’aria calda in attesa di diventare futuri (non tutti per fortuna) cumulonembi temporaleschi.
Ma sopra il lago di Garda nulla… neppure una nuvoletta. E’ come se sul bordo più orientale ci fosse uno sbarramento.
Ma non solo, anche immediatamente dopo, verso sinistra, non c’è traccia di nubi, e la porzione di cielo in cui non si formano le nubi coincide, nella forma, con il Lago stesso, quasi fosse una propagazione, un’emanazione verso occidente… il fantasma del Lago di Garda.
Accade semplicemente che in questo periodo dell’anno l’acqua del lago sia decisamente più fredda rispetto alla terra ferma. L’aria al di sopra di esso è di conseguenza più fredda e anche quella immediatamente di lato (ovviamente verso occidente perche le correnti al suolo provengono da est e quindi “spingono” l’aria fredda sopra il lago verso sinistra) e quindi persiste una condizione esattamente contraria alla formazione della convezione, cioè della salita dell’aria verso l’alto. L’aria è più fredda invece che essere più calda rispetto all’ambiente circostante, quindi più pesante e non più leggera, creando un mini ambiente stabile rispetto a tutto l’ambiente circostante.